Siamo convinti assertori del principio costituzionale dell’accesso per merito a qualsiasi carica pubblica e al suo svolgimento al servizio esclusivo della Nazione, per cui concordiamo con la decisione di Ciani di emanare un bando di respiro addirittura europeo per la scelta del nuovo Segretario Generale del porto. Decisione che supera l’esercizio, da parte del Presidente dell’Authorithy, della mera discrezionalità nel conferimento della carica, ed è intesa, come lo stesso ha spiegato, a migliorare la qualità e la professionalità delle funzioni tecniche inerenti alla gestione dello scalo. Ed è ragionevole pensare che una scelta di livello produrrà decisioni all’altezza dei tempi, e tali da affrontare con successo le problematiche nascenti dalla situazione di crisi che l’economia globale sta attraversando. Discordiamo però sul limite minimo di età dei concorrenti, che riteniamo andrebbe portato al di sotto dei 40 anni per consentire la partecipazione a soggetti che sebbene anagraficamente giovani abbiano tuttavia maturato una preparazione ed una esperienza tali da aspirare a buon diritto a ricoprire un incarico del genere. Nessuno più di noi è convinto che il management pubblico costituisce uno snodo nevralgico su cui si costruisce una pubblica amministrazione che sia nel contempo dotata di forte senso etico, orientata a favorire lo sviluppo socio-economico, rivolta al conseguimento del bene comune che deve poi costituire il fine principale della selezione. Ebbene, ad una realtà locale che, come la nostra, si caratterizza per l’eccesso di individulismo, per la forte carenza di coesione e per la miriade di divisioni che la attraversano in ogni e qualsiasi scelta, vale la pena ricordare che il bene comune è qualcosa di indivisibile. Essendo comune, il bene comune non riguarda la persona presa nella sua singolarità, ma in quanto è in relazione con altre persone. Il bene comune è dunque il bene della ralazione stessa fra persone, tenendo presente che la relazione delle persone è intesa come bene per tutti coloro che vi partecipano. Noi siamo del parere che sia ancora oggi spendibile a fini pratici l’idea di bene comune e che la scelta in parola possa esserne una significativa occasione se il futuro Segretario Generale del porto si atteggerà non soltanto da tecnico del settore portuale, capace di organizzare, d’intesa con il Presidente, i fattori produttivi e soprattutto di gestire le risorse umane, ma anche come soggetto capace di ascoltare le domande del porto, della città e della collettività e di porsi come amministratore di queste domande in funzione della realizzazione di fini di propulsione e di equità. Attivando una corretta e incisiva gestione ispirata ad un’etica della cura e della responsabilità nell’ambito specificamente socio-economico che gli compete. Per mostrare e far sentire che il principio del bene comune non è un’astrazione o, peggio ancora, un’espressione retorica di volta in volta invocata secondo l’interesse di questa o di quella parte politica, di questo o di quel gruppo di interesse, ma anche una forma concreta di realizzazione.
>IL CONSIGLIO DIRETTIVO di Idv e Polo Civico