CIVITAVECCHIA – «Ho deciso di emanare un decreto sindacale di chiusura della produzione per il tempo necessario a fare chiarezza definitiva. Un morto all’anno è troppo: non possiamo permetterci il lusso di mandare la gente a lavorare con l’incertezza della sicurezza». Lo ha annunciato, tra gli applausi degli operai presenti all’aula Pucci, dei rappresentanti sindacali e politici locali, il sindaco Moscherini, a margine del vertice istituzionale a Palazzo del Pincio. Una riunione straordinaria voluta dal primo cittadino all’indomani del terzo incidente mortale a Torrevaldaliga Nord e che ha visto presenti gli ingegneri Enel Roberto Renon, Calogero Sanfilippo e Ivano Ruggieri, Stefano Cervini della Federlazio, il presidente della Provincia di Viterbo Marcello Meroi, i sindaci di Tarquinia e Viterbo Mauro Mazzola e Giulio Marini, i direttori regionale e provinciale di Inail Antonio Napolitano ed Elvira Goglia, due funzionari della provincia di Roma. «Da domani mattina sarà ferma la produzione per almeno 15 giorni – ha aggiunto Moscherini – e i tecnici istituzionali faranno un lavoro per verificare le condizioni di sicurezza». Sempre per oggi, infatti, alle 11 è fissato un tavolo con tecnici di Ispesl, Inail, Asl con i quali verrà stilato un calendario per tempi e modalità di verifica. L’impianto, sempre secondo quanto dichiarato dal primo cittadino, dovrebbe rimanere chiuso fino ad un primo esito dei controlli che proseguiranno comunque anche in seconda fase dopo il riavvio della centrale. «Questo – ha aggiunto – per uscire da una situazione inaccettabile con la maggiore chiarezza possibile. Avvieremo nel frattempo una verifica parellela sulle aziende, sui contratti di lavoro e i trattamenti salariali e ci impegneremo per l’attivazione degli ammortizzatori sociali per gli operai che, in questo periodo di fermo, non si recheranno in centrale». Misure, queste, che dovranno essere però concertate con l’amministrazione regionale, con la Rdb Cub che si chiede perchè debbano essere i lavoratori a pagare, ricorrendo alla cassa integrazione. «L’Enel – ha aggiunto Moscherini – nel corso della riunione ha confermato che il quadro strutturale della sicurezza, al momento dell’incidente, era a posto. Ma io e il sindaco di Tarquinia siamo andati a trovare i feriti e la loro versione era diversa: per questo ci siamo opposti a quanto affermato dall’azienda». Comuni di Civitavecchia e Tarquinia, Inail stessa, Fiom Cgil, Rdb Cub stanno valutando la possibilità di costituirsi anche parte civile nel procedimento giudiziario che scaturirà da questa ennesima tragedia. «Questa decisione è stata presa per chiudere una volta per tutte la tematica sicurezza a Tvn – ha aggiunto il sindaco – per far questo chiederemo l’istituzione anche di postazioni stabili della Asl in ogni sito industriale presente sul nostro territorio». Contraria alla chiusura dell’impianto Enel. «Accogliamo con la massima apertura le verifiche degli organismi preposti – spiegano dall’azienda – ma non condividiamo la chiusura per 15 giorni per effettuare i controlli. Siamo convinti che verifiche meticolose e approfondite possono essere effettuate senza fermare l’operatività del sito, sul quale è già in corso una indagine della magistratura». Intanto va avanti l’inchiesta della Procura della Repubblica, coordinata dal pm Paolo Calabria. Sono già 11 le persone iscritte nel registro degli indagati: sette tra dirigenti e responsabili di Enel, gli altri quattro delle imprese Guerrucci e Chiodi. «Per quanto riguarda la sicurezza – ha chiarito il procuratore capo Gianfranco Amendola – abbiamo messo in campo diversi controlli nel corso del 2009, con sanzioni per oltre 300 mila euro, 53 ditte sottoposte ad accertamenti ispettivi e 26 datori di lavoro denunciati». Inoltre, come ha aggiunto Simona Ricotti del Forum Ambientalista «la stessa Procura aveva chiesto il sequestro preventivo dell’impianto: se il 22 gennaio il gup non l’avesse rigettata – ha aggiunto – oggi non saremmo qui a piangere Sergio». Mentre migliorano le condizioni dei tre feriti, ancora ricoverati, domani mattina il pm Calabria conferirà l’incarico al perito tecnico d’ufficio, il professor De Mari, per far eseguire all’istituo di medicina legale di Tor Vergata l’autopsia. La famiglia Capitani ha nominato proprio perito il dottor Antonio Oliva del policlinico Gemelli di Roma.
Cronaca
2 Novembre 2011
Undici indagati per la morte dell’operaio