ALLUMIERE – L’uragano nell’Ente Agrario non accenna a placarsi. Dopo la serie di assessori e consiglieri dimissionari la giunta è sul filo del rasoio: in maggioranza ci sono i 9 del Pd e dall’altra ci sono i cinque consiglieri di minoranza più i tre del Prc. L’ago della bilancia in questo momento lo stanno facendo Regnani e i due consiglieri della Rete Socialista Luchetti e Contardi: dalle posizioni e decisioni che prenderanno si deciderà la sorte dell’Ente. Il dimissionario Pasquini, attraverso una nota stampa, in primis ricorda che è in maggioranza ma non è ancora rientrato in giunta e poi dice che: «Ero e sono a disposizione per sostenere un programma di fine legislatura ed una giunta con chiunque ne faccia parte, nell’interesse dei cittadini. Mi sono dimesso lasciando la giunta con i numeri per amministrare confermando a Regnani, Ciucci e Corvi il mio sostegno, non l’avrei fatto se la mia assenza poteva causare, come oggi, il blocco dell’attività dell’Ente. Se i consiglieri del PD e la segreteria decideranno all’unanimità di andare avanti, i numeri ci sono e tutti dobbiamo essere a disposizione perché contano i temi ed i programmi che devono soddisfare le richieste e le aspettative dei cittadini e non le singole idee, altrimenti, si decida presto di andare al voto anticipato. Mi piacerebbe fare un incontro pubblico con i cittadini per dimostrare che l’Ente è allo sbando». Pasquini poi elenca una serie di opere che l’Ente ha fatto e «di progetti per i quali abbiamo lavorato ed ottenuto 1.500.000 euro. Dal prossimo mese dovranno iniziare i lavori e la rimanente progettazione esecutiva, in più ci sono delle situazioni che richiedono la presenza di un’amministrazione attiva e non di uno stallo o del commissariamento. Capisco la delusione degli assessori Ciucci e Regnani che non vedono completato il loro obiettivo della Riserva e della Fattoria Sociale, ma anche se non si è giunti al traguardo sono state gettate le basi e presto si potranno vedere i frutti. Non condivido che un’amministrazione debba andare a casa creando problemi ai dipendenti ed alla collettività solo perché un obiettivo tarda ad arrivare. Nessuno deve imporre la propria idea o deve essere a mezzo servizio perché i cittadini hanno bisogno di un’amministrazione stabile». Intanto dalla minoranza tuona Giovanni Sgamma (Pdl) «Non trovo giusto che il presidente Frezza parli di inciucio politico tra Prc e Pdl: la sintonia trovata è legata solo ad un senso di responsabilità e rispetto per le istituzioni. Lo scenario che Frezza vorrebbe disegnare nella nuova maggioranza con la rete socialista al suo interno (ma che per fortuna ancora non ha accettato) come si può definire? Invece di inventare cose da ‘‘fantapolitica’’ Frezza farebbe bene a salvare la faccia e la salute dell’Ente andandosene a casa, ormai il suo tempo è finito».
Rom. Mos.
Cronaca
2 Novembre 2011
Uragano all’Università Agraria: Regnani ago della bilancia