di MASSIMILIANO GRASSO
CIVITAVECCHIA – Di fronte al ‘‘documento cubano’’ ed al suo contenuto inquietante, la prima domanda che ci siamo posti è stata la più ovvia: sarà una ‘‘bufala’’ o la clamorosa conferma di un pettegolezzo becero e velenoso, per non dire schifoso, visto il reato che si tira in ballo, che circola da anni?
Non siamo oggi in grado di rispondere, così come, al momento, non lo sono le autorità interessate, in attesa di un riscontro ufficiale da Cuba. Certo è che non ci si può non porre alcuni interrogativi.
In ogni caso, vero o non vero, il documento porta lo scontro politico ad un livello mai raggiunto prima. E già questo, di per sé, è un fatto che inquieta e la dice lunga sul clima di veleni da guerra civile, purtroppo in piena sintonia con quanto accade a livello nazionale, che si è creato in città.
Detto questo, partiamo dall’ipotesi che il ‘‘certifico de sentencia’’ sia un falso. Cui prodest? A chi gioverebbe?
Non certo agli avversari politici di Moscherini, che – una volta dimostrata la propria estraneità ai fatti e la falsità di quanto contenuto nella ‘‘patacca’’ – diventerebbe un martire, da santificare sull’altare del Pincio per le bassezze di cui è vittima. Paradossalmente, chi avrebbe potuto avere interesse a confezionare un certificato taroccato del genere, potrebbe essere solo lo stesso Moscherini. Ma neppure Machiavelli sarebbe arrivato a tanto.
Resta la seconda ipotesi, ossia che il documento sia autentico. In questo caso, dal punto di vista politico, al Sindaco non resterebbe che trarre le dovute conseguenze. Alla città, però, oltre che un senso di sgomento, dovrebbe comunque restare un interrogativo non meno pesante: chi si è mosso per arrivare a tanto, e cosa c’è dietro quella che ormai non appare più solo come semplice battaglia politica? In un caso e nell’altro bisogna fare chiarezza, una volta per tutte, ed andare fino in fondo.
Cronaca
2 Novembre 2011
Vero o falso?