CIVITAVECCHIA -Il battesimo è andato nel migliore dei modi, ora c’è tanta curiosità per ‘‘esaminare’’ i primi passi concreti della fondazione ‘‘Città Nuove’’, la cui prima sede regionale è stata inaugurata mercoledì pomeriggio a Civitavecchia.
Il vice-sindaco Enrico Zappacosta, uno dei promotori del progetto legato a Renata Polverini, mantiene ancora un certo alone di mistero sia sugli sviluppi dell’iniziativa che sul ruolo che lui stesso effettivamente andrà a ricoprire: «C’è tempo per parlare di questo – l’importante ora è partire». Domani pomeriggio, intanto, andrà in scena il secondo atto a livello regionale con l’inaugurazione della sede di Pomezia.
Per il vice-sindaco, comunque, si tratterà sicuramente di un ruolo di coordinamento, almeno del quadrante nord della regione.
L’assessore al Bilancio Stefano Cetica, che della fondazione può essere considerato il deus ex machina, ha lasciato intravedere quelli che potrebbero essere gli sviluppi futuri del progetto: dal «network di liste civiche, associazioni e cittadini che dal basso possano tornare a partecipare alla vita politica» ad una realtà più strutturata. Ovvero «il» progetto di cui tanto si parla facendo riferimento a quello che dovrebbe diventare il movimento politico della governatrice Polverini, per poi essere esportato anche al di fuori dei confini regionali. All’opera c’è già ad esempio, in Campania, Salvatore Ronghi, segretario generale della Regione Lazio, non a caso tra i più entusiasti l’altra sera al momento del taglio del nastro a corso Marconi.
«Attenzione a non confondere – ammonisce Zappacosta -: se da un lato il progetto ambisce sicuramente ad essere un ‘‘pilota’’ da poter replicare anche in altre realtà, non sarà però sicuramente snaturata la direzione ‘‘verticale’’ dell’iniziativa, dal basso verso l’alto. Ciò che manca oggi è proprio un luogo di discussione, di confronto dove parlare di politica e di problemi sentiti dai cittadini. La nostra ambizione è quella di colmare questo vuoto riempendolo di idee. Sarà il primo passo della fondazione, poi staremo dove ci porterà questo percorso, che di per sé può avere già degli effetti dirompenti, semplicemente riuscendo a riavvicinare i cittadini alla politica».
Non a caso si è parlato di un esperimento seguito con molta attenzione dal premier, che – dicono i bene informati negli ambienti romani che contano – avrebbe anche ‘‘suggerito’’ alcuni passaggi alla stessa Renata Polveirni, che finora ha mantenuto volutamente un certo distacco dall’iniziativa, mandando in avanscoperta i suoi più stretti collaboratori.
In sostanza, Città Nuove potrebbe rappresentare l’embrione di quel movimento regionale a cui da tempo stanno lavorando gli spin-doctor di Palazzo Chigi, per colmare alcune lacune regionalistiche del Pdl. Un progetto che alla lunga dovrebbe servire anche a rintuzzare lo strapotere leghista al nord, servendosi della stessa formula vincente azzeccata da Bossi: la vicinanza con la gente.
«Non corriamo troppo – taglia corto Zappacosta – e facciamo un passo per volta. Per quanto riguarda la realtà locale, la prima mossa sarà quella di organizzare una serie di incontri con chi ha già dimostrato di essere interessato al laboratorio a Civitavecchia, come Santa Marinella, Cerveteri, Allumiere, Tolfa, Ladispoli, Anguillara e la zona del Lago. La proposta di un coordinamento da Civitavecchia è arrivata proprio dai primi simpatizzanti e l’abbiamo accolta con grande favore. E’ esattamente questo lo spirito della Fondazione: iniziamo a ‘‘fabbricare’’ idee ed iniziative».
Politica
2 Novembre 2011
Zappacosta traccia la rotta di Città Nuove <br />