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    Cronaca
    2 Novembre 2011
    Zps, Valerio Finori trascina la Regione davanti al Tar del Lazio

    TOLFA – Il presidente Finori mantiene la promessa e trascina la Regione Lazio davanti al Tar in tema di Zps. L’ente collinare di patron Valerio Finori ha infatti dato mandato all’avvocato Pietro Federico (uno dei massimi esperti nazionali in materia di Usi Civici) per contestare in sede di Tribunale Amministrativo Regionale le prescrizioni legate alla Valutazione d’Incidenza necessaria ai fini della zps, impartite dalla Regione Lazio per il taglio del bosco denominato Soline-Monte Ianni. «Proprio da qui, infatti – scrive Finori – si parte per abbattere tutto l’impianto della zps che con i suoi lacci sta strozzando l’economia e le possibilità di sviluppo del nostro territorio». Il ricorso che ha presentato la giunta Finori si orienta essenzialmente in tre direzioni: «In primo luogo si vogliono smontare con perizie scientifiche le attuali norme di conservazione, dimostrando la pochezza degli approfondimenti che le hanno generate e la discrasia palese con le normative vigenti nei vari settori – scrive ancora il presidente agrario – un secondo aspetto vuole dimostrare come l’attuale impostazione leda pesantemente i diritti di uso civico dei cittadini. Un ultimo motivo di lotta è che la parte di normativa zps legata al taglio dei boschi dà un colpo mortale alle disponibilità di bilancio dell’Agraria, un bilancio oggi molto solido grazie ad una gestione corretta ed equilibrata dei fondi, ma che potrebbe avere seri problemi se privato di larga parte della sua voce d’entrata principale. Tutte queste motivazioni hanno indotto me ed i miei collaboratori a trascinare sugli scranni del Tar la Regione Lazio, mantenendo fede alla promessa fatta meno di un mese fa, sulla scorta della nuova e definitiva bozza delle Misure di conservazione della ZPS inviata ai Comuni, che evidenzia divieti e norme inquietanti: si va dall’aumento del numero di matricine da lasciare per ogni ettaro di bosco utilizzato ai divieti legati alla produzione di energie alternative, dal divieto della pratica dello spietramento pre–semina alla possibilità di un unico intervento di decespugliamento e recupero del pascolo nel raggio di 500 metri (circa 78 ettari) passando attraverso prescrizioni assurde. Dopo quasi 5 anni siamo ancora qui a parlare delle stesse norme assurde, ma stavolta, siamo in grado di dare una risposta forte e coesa ed il grido di allarme dei Monti della Tolfa risuonerà inequivocabile alla Pisana come a via del Tintoretto (sede dell’assessorato all’Ambiente). I cittadini sapranno indirizzare da soli il futuro della loro terra, della terra dei loro padri e dei loro nonni, e come sempre lo faranno al meglio». (Rom. Mos.)