logo
    Cultura e Spettacoli
    30 Novembre 2011
    Il cristianesimo a Centumcellae

    di ROBERTA GALLETTA

    Tra la fine del II secolo e gli inizi del III, sotto l’impero di Settimio Severo, Centumcellae è interessata da notevoli lavori sia nel tessuto urbano che in quello portuale, dando luogo a quello sviluppo civico, militare e religioso, oltre che strutturale, che arriverà fino agli inizi del IX secolo, passando indenne attraverso la caduta dell’Impero Romano.
    A testimonianza della vitalità della cittadella portuale non vanno dimenticati i numerosi ritrovamenti ubicati sotto il piano stradale di Corso Marconi, oggi visibili grazie alle aree lasciate appositamente praticabili dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici quando, all’indomani della seconda guerra mondiale, le devastazione belliche avevano restituito i resti dell’antica città romana sorta alle spalle del porto. Forte è anche il legame con il cristianesimo, testimoniato dagli atti del concilio dei Vescovi tenutasi ad Arles in Provenza nel 314, dove si fa menzione del primo vescovo di Centumcellae, Epitteto I e dunque della prima cattedra vescovile. Poiché secondo l’ordinamento ecclesiastico le sedi vescovili sono create nelle città che hanno la qualifica di municipio, è chiaro che Centumcellae ha questo titolo prima del 314, ad un anno dall’editto di Costantino e a poco più di trecento anni dalla sua fondazione per mano dell’imperatore Traiano. In particolare la presenza dei primi cristiani, come di molta altra manovalanza dovuta soprattutto ai lavori della costruzione del porto e della città di Centumcellae, è attestata già intorno al 250, al tempo dell’imperatore Decio, persecutore delle religioni monoteiste e sostenitore del culto imperiale.
    Secondo gli Acta Sanctotum a Centumcellae sono martirizzati Secondiano, Marcelliano e Veriano, personaggi della corte imperiale che si rifiutano di abiurare il loro Dio e che dal testo della condanna sappiamo essere processati nel foro di Centumcellae, di cui però non si è ancora avuta traccia. Il ritrovamento di una basilica cristiana di epoca tardo romana descritta dagli storici Pietro Manzi e da Salvatore Bastianelli sotto il molo Vespucci a nord della Darsena Romana conferma la vocazione e la stabilità di una notevole comunità cristiana e le relative persecuzioni che obbligavano i cristiani di Centumcellae a ritrovarsi in un luogo di culto fuori il perimetro della città nei pressi di un cimitero suburbano, scoperto nel XIX secolo nella zone antistante la ex centrale termoelettrica di Fiumaretta, non distante dal sepolcreto dei mariani della flotta romana a Prato del Turco. L’esilio di Papa Cornelio (251-253) a Centumcellae che qui sarebbe stato poi condannato e decapitato, l’azione del vescovo della città Epitteto II nel 355 per far eleggere l’antipapa Felice e il martirio di Flaviano ad Aquae Tauri tra il 361 e il 363 sono eventi che confermano una considerevole attività della comunità cristiana ancora prima della caduta dell’impero romano avvenuta nel V secolo d.C., anche se in fase non certamente positiva se nelle fonti Epitteto II viene descritto “feroce e fosco vescovo di Centumcellae”, “audace e feroce pronto ad ogni scelleratezza”.