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    Cronaca
    30 Novembre 2011
    La ‘‘decrescita felice’’ per superare la crisi economica

    MONTALTO – Nella sala del complesso monumentale San Sisto a Montalto di Castro, si è svolto il convegno-dibattito dal titolo ‘‘Meno e meglio’’ organizzato dall’associazione ambientalista Fare Verde che festeggia i 25 anni di vita. E l’associazione per superare l’attuale crisi economica punta sulla ‘‘decrescita felice’’.
    «Sta finendo un’epoca storica iniziata con la rivoluzione industriale – ha detto il presidente del movimento per la decrescita felice Maurizio Pallante – dobbiamo proporre un modello energetico alternativo. La decrescita è la strada da percorrere. Servono tecnologie meno invasive per l’ambiente ma allo stesso tempo occorre produrre meno rifiuti ed eliminare gli sprechi. Siamo coscienti che la crisi rimette in discussione gli stili di vita delle persone. La galassia dei movimenti locali – ha concluso – crea legami per diventare protagonista e non antagonista». Dopo i saluti di Fabiola Talenti e Silvano Olmi, rispettivamente consiglieri comunali a Montalto di Castro e Tarquinia, è toccato a Giancarlo Terzano ripercorrere la storia di Fare Verde che da sempre ha criticato il modello di sviluppo.
    Interessante l’excursus storico del presidente nazionale di Fare Verde Massimo De Maio.
    «Abbiamo superato i limiti ecologici del pianeta – ha detto De Maio – non ci sono più spazi di crescita economica. Una crescita esponenziale ed infinita è impossibile. Le fonti fossili vanno verso l’esaurimento, il riscaldamento del pianeta è un fatto accertato, c’è una sovrapproduzione di merci e le crescita non incrementa il benessere. Non basta rallentare – ha concluso – bisogna cambiare rotta e riportare i livelli di produzione e di consumo in limiti accettabili». La soluzione, vista dal fronte ambientalista, è quella di puntare al miglioramento tecnologico e organizzativo dei processi economici ad esempio consumando i prodotti locali e rendendo le case più efficienti energicamente. Lo scrittore e critico letterario Giuseppe Giaccio, ha avuto un approccio più filosofico.
    «L’economia – ha detto – non è una tecnica per la crescita infinita ma va intesa come la cura e gestione della casa. C’è bisogno di un primo confronto con la politica che dovrebbe accogliere questa istanza». «Decrescere è l’elemento della sfida reale di oggi – ha detto Eduardo Zarelli – mentre la politica intende la crescita come indispensabile, come se fosse una dimensione naturale»