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    Economia e Lavoro
    30 Novembre 2011
    Mattone pesante

    di SILVIA TAMAGNINI
    In un momento di grande incertezza finanziaria e politica, gli immobili continuano a rappresentare la diffusa ricchezza patrimoniale degli italiani a conferma che la casa rimane il loro principale investimento, in quanto oltre a salvaguardare nel tempo il proprio valore, l’immobile è spesso utilizzato come bene primario e in alcuni casi come fonte di redditività costante. Il mattone non dà troppe delusioni, come il mercato finanziario, ed è ancora premiante, anche se con l’attuale situazione economica della città questa tipologia di investimento si sta modificando.
    Allo scoppio della crisi, il mercato immobiliare italiano aveva tenuto molto bene. Il problema, però, è che si è continuato a costruire molto, mentre i redditi sono rimasti sempre gli stessi, come nel caso della grande espansione dei quartieri di San Liborio e Boccelle. E con pochi soldi in circolazione il mercato, ovviamente, stagna: compra solo chi ha liquidità e la gran parte degli acquisti di abitazioni viene fatta solo per necessità, cioè per andarci ad abitare, ed occasionalmente come investimento. La fascia più colpita è stata quella composta da single e giovani coppie, tutte categorie che per comprare casa dovevano accendere un mutuo. Un mutuo che non sempre viene concesso, soprattutto quando si richiede di finanziare l’80% dell’immobile (una percentuale che prima era la norma, a fronte di prodotti e banche che prestavano anche il 100% del prezzo pattuito). Di conseguenza, anche una seconda fascia di potenziale clientela ha subito ripercussioni, quella composta da coloro che compravano casa con una spesa complessiva intorno ai 250/300 mila euro. Infatti, se la prima fascia vuole vendere per passare alla seconda, cioè a una casa più grande, e non ci riesce perché mancano gli acquirenti di primo livello, non sarà in grado di fare il salto di qualità. Non sono pochi, inoltre, gli agenti immobiliari che affermano di tenere affissi in vetrina i cartelli con ville dai 700.000 euro in su soprattutto per gentilezza nei confronti dei proprietari: è difficile che un cittadino si avvicini per chiedere informazioni su case di questa portata.
    I prezzi delle case sono comunque leggermente scesi nel 2011 rispetto agli anni precedenti, ma rimangono abbastanza stabili e questo testimonia che i proprietari degli immobili non si sentono così alle strette da pensare a svendere le proprie proprietà.
    Il dato negativo è che il quantitativo complessivo delle compravendite non è incrementato. L’offerta quindi è superiore alla richiesta e spesso gli annunci di case in vendita rimangono nelle agenzie immobiliari per molti mesi. E’ sufficiente fare un giro per alcune zone della città per notare la quantità di cartelli ‘‘vendesi’’ affissi sui portoni: a Corso Marconi ce n’è almeno uno per ogni condominio, in zona San Liborio e Boccelle sono tantissimi gli appartamenti in vendita e quelli di prossima costruzione. Per non parlare di tutti quei palazzi di recente costruzione dislocati nel centro e semicentro cittadino, e che vengono venduti ad una media di 3.000/4.000 euro al metro quadro: quanti sono gli appartamenti rimasti invenduti?
    Vista la strategicità per tutta l’economia del settore edile, che peraltro anticipa i cicli congiunturali, ci si chiede quando ripartirà il comparto delle costruzioni, che a differenza di altri ambiti non sembra avere ancora toccato il punto minimo della caduta ciclica, e continua a mostrare segnali che restano sfavorevoli, con ripercussioni negative sulle prospettive complessive di ripresa, che appaiono ancora lontane. (2 – continua)