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    Cronaca
    30 Novembre 2011
    "Il regolamento per la caccia al cinghiale lede il diritto alla pari opportunità"

    MONTALTO DI CASTRO – Il nuovo regolamento per la caccia al cinghiale varato dall’amministrazione provinciale di Viterbo non piace ad alcuni cacciatori di Montalto di Castro e Tarquinia che chiedono all’assessore Simeone di rispondere ad alcuni quesiti circa i punti inseriti nel documento.“Premetto che saltuariamente esercito la caccia al cinghiale – scrive un cacciatore di Montalto di Castro – vorrei rendere pubbliche e segnalare alcune osservazioni all’amministrazione provinciale di Viterbo, assessorato Caccia e pesca presieduto dal dottor Simeone, circa il nuovo regolamento per la caccia al cinghiale, in larga parte disconosciuto dal mondo venatorio del nostro territorio. Mi riferisco ai 27 articoli che lo compongono, per la gran parte ritenuti da me, ma anche da altri cacciatori del comprensorio, pretestuosi ed antidemocratici, tanto da violare il diritto delle pari opportunità, quasi fosse una lobby, con regole “ad personam”, costituita dai cacciatori al cinghiale contro i praticanti delle altre forme di caccia». “Per entrare nel merito dell’argomento – dice il cacciatore – l’ufficio di riferimento dovrà spiegare perché nell’articolo 19, alle squadre iscritte all’esercizio della caccia al cinghiale, viene concesso di esercitare potenzialmente l’attività venatoria il sabato e la domenica congiunti, occupando e riservandosi il miglior terreno boschivo a discapito degli altri cacciatori di specie diverse. Non sarebbe preferibile dare un giorno fisso prefestivo e festivo? Perché non predisporre un ulteriore programma con le battute nei giorni festivi e prefestivi già predefinito, da consegnare al rilascio del tesserino venatorio? Si è pensato al disagio che si viene a creare ai cacciatori che provengono dalle altre regioni e che pagano per l’ingresso nei nostri Atc costretti ad una sorta di rally per individuare, e se le individuano, delle zone cacciabili? Come mai le zone cosiddette “bianche”, che sono precluse alla caccia al cinghiale in braccata, le avete adoperate per ricoprire la percentuale degli ettari delle squadre? È possibile immaginare un reale problema di ordine pubblico in seguito a tale regolamento? Perché ai fini gestionali non si accorpano più squadre (intercomunali) al fine di liberare più terreno utile tanto per avere sempre il quorum legale dei partecipanti? Perché autocertificare le esperienze decennali dei cacciatori praticanti? Qual è il significato dei corsi per le nuove leve, dato che per un anno devono essere affiancati da esperti cacciatori? Si è pensato che nei suddetti luoghi si effettuano anche attività diverse che non dia la caccia?” “Penso che sarebbe giusto un modesto e umile ravvedimento – conclude il cacciatore di Montalto – al fine di consentire di far coesistere e non dividere questo enorme comparto. In merito gradirei delle risposte (anche dalle associazioni venatorie in gran parte resesi latitanti)».