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    Lettere
    30 Novembre 2011
    Saldi estivi, quest'anno sono fondamentali per il commercio

    Storicamente i saldi estivi dovrebbero essere meno importanti di quelli invernali, in particolar modo nel settore abbigliamento; i capi di questa stagione costano meno e se i saldi di luglio e di dicembre insieme rappresentano il 30% circa del fatturato annuo di una azienda, quelli che partono sabato non vanno oltre un terzo del valore complessivo.
    Ma quest’anno i saldi estivi assumono valenza fondamentale per i commercianti; da mesi l’andamento dei consumi è vicino allo zero assoluto, si ipotizza una progressiva contrazione dei consumi e dei margini di profitto, e l’inflazione è arrivata al 2,7%.
    Unica nota positiva l’aver ottenuto una data unica a livello nazionale, che finalmente mette fine alla concorrenza sleale nelle zone di confine. Qualche dubbio su un avvio così anticipato che inquina un po’ l’andamento delle vendite. I clienti faranno ottimi affari perché le scorte sono ancora ben assortite, e considerato che ormai non si parte a meno del 30%; il che d’altra parte è un disastro per gli utili d’impresa, che non bastano neanche per restare negli studi di settore, nonostante si sia ottenuta una rimodulazione impositiva.
    Ogni famiglia spenderà in media 240 euro, e circa 114 euro a persona. Le attese degli operatori restano moderate. Molti contano su una sostanziale tenuta rispetto ai ricavi dell’anno scorso; in pochi si attendono una stagione di saldi effervescenti, anche se a spingere in alto gli acquisti potrebbe esserci l’arrivo del grande caldo di questi giorni, e il fatto che molti consumatori aspettano questo periodo per fare spese.
    I saldi sono ormai diventati una sorta di rito collettivo per i consumatori; forse per il prossimo anno sarebbe utile pensare ad una sorta di evento mediatico, di animazione del centro storico, specifica per il giorno dell’inizio dei saldi.

    Tullio Nunzi