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    Cronaca
    29 Febbraio 2012
    «Fotovoltaico, la procura di Civitavecchia vada fino in fondo»

    MONTALTO –  «Si deve fare il possibile per venire a capo di questa vicenda.  Chiediamo alla Procura di Civitavecchia, che ha ricevuto dal Co.Tir. un’ampia documentazione sul sistema di scatole cinesi costruito ai danni di chi lavora, di andare fino in fondo. I fatti denunciati sono gravissimi. Chi ha truffato, deve pagare». Interviene così Luigia Melaragni, segretaria della Cna provinciale, in merito alla vicenda relativa all’impianto fotovoltaico di Montalto e ai lavoratori non pagati. «Siamo al fianco delle imprese – prosegue la segretaria provinciale della Cna – pronti a sostenere tutte le iniziative che si deciderà di promuovere affinché si faccia piena luce su un giro di appalti e subappalti che ha finora prodotto solo debiti per 10 milioni di euro, lasciando senza stipendio almeno 200 lavoratori e mettendo in ginocchio tante aziende sane, in maggioranza artigiani». «La cittadina  – prosegue la Melaragni – ha visto, negli ultimi anni, la nascita di diversi impianti ad energia solare. Ma nel caso della realizzazione del parco in località Caprarecce (titolare delle concessioni la Albano Alternative Energim) di luce ce n’è davvero poca, perché, tra appalti e subappalti, il progetto è passato nelle mani di tante società (non solo italiane) e adesso le aziende, compreso il consorzio Co.Tir, che ne riunisce una trentina non sanno più a chi rivolgersi per chiedere il pagamento dei lavori effettuati». La Melaragni ha partecipato, venerdì scorso, alla riunione convocata dal vicepresidente della Provincia, Paolo Equitani, con le imprese interessate, le associazioni di categoria e i sindacati, per un esame della situazione e per ragionare sulle mosse da compiere a tutela del tessuto economico e sociale. Sulla questione interviene anche il canditato sindaco Sergio Caci «L’impianto fotovoltaico più grande d’Italia e fonte di guadagno per i cittadini di Montalto e Pescia, si è trasformato in una vera e propria beffa per i nostri compaesani. Sono stati infatti denunciati ben 5 milioni di euro di danni a carico delle ditte locali che hanno lavorato con voglia, impegno e speranza per un futuro migliore, senza ricevere alcun compenso da parte delle grandi società. Inutile dire che l’amministrazione comunale ha di nuovo fatto scelte che sono ricadute, in negativo, sui montaltesi”. “Il progetto del  fotovoltaico a  terra – dice Caci –  si è infatti dimostrato un buco nell’acqua che ha fatto arricchire, come per altro dichiarai sin da subito in consiglio comunale, solo coloro che hanno venduto il loro terreno». «Che fine hanno fatto le grandi ricadute economiche che Carai e la sua giunta avevano promesso ai cittadini? Questa è la domanda che si pone Caci, – siamo dunque alle solite: è stato nuovamente leso il bene della collettività in favore di alcuni privilegiati, tra cui, per caso, figura lo stesso Carai, come uno di coloro che hanno venduto la propria terra alle ditte del fotovoltaico». «Come al solito  –  continua – sin dall’inizio di questa vicenda, quando l’amministrazione faceva proclami in consiglio comunale, feci la proposta di installare gli impianti fotovoltaici sulle case dei privati cittadini e sugli edifici comunali. Era chiaro infatti che tutti quei subappalti che passavano di ditta in ditta, di paese in paese, fino ad arrivare alle nostre imprese locali, nascondevano un raggiro economico». Caci chiede, inoltre, al sindaco ed al suo vice Brizi, «come mai è stata cambiata strategia, dopo la promessa inserita anche nel programma del Pd delle ultime elezioni amministrative, di installare impianti fotovoltaici su tutti gli edifici di proprietà dell’Ente. A distanza di alcuni anni dalla realizzazione dell’impianto, si contano dunque i danni».