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    Cronaca
    13 Aprile 2012
    Stupro di gruppo: sentiti i primi testimoni

    MONTALTO DI CASTRO – Ha preso il via questa mattina, dopo ben 5 anni, il processo a carico degli otto ragazzi di Montalto di Castro accusati di aver violentato una loro coetanea la notte tra il 31 marzo e il 1 aprile 2007, durante una festa di compleanno. Gli otto ragazzi, tutti di Montalto di Castro, secondo l’accusa avrebbero stuprato in gruppo la studentessa di Tarquinia, all’epoca dei fatti appena quindicenne. In tribunale oggi sono stati ascoltati i primi otto testimoni del presunto stupro che si sarebbe consumato nella pineta di Montalto Marina. Sul banco dei testimoni c’erano i parenti della ragazza, gli investigatori e il personale medico intervenuto nelle varie fasi della vicenda. La sorella della presunta vittima ha raccontato di aver saputo quasi subito della violenza. La madre e il fratello, invece, sarebbero stati informati dell’accaduto almeno 15 giorni più tardi. Sentiti anche il medico curante e lo psicologo della Asl che, per sei mesi, ha avuto in cura la ragazza di Tarquinia, finché quest’ultima non ha voluto interrompere la terapia. Il collegio, presieduto dal giudice Spagnoletti, ha ascoltato anche due poliziotti, un assistente sociale e il professor Franceschini, preside della scuola tarquiniese all’epoca dei fatti frequentata dalla giovane e il primo ad apprendere la notizia della presunta violenza. Il processo è stato aggiornato all’11 maggio (altre udienze previste per il 30 maggio e il 18 giugno) per sentire gli altri   testimoni dell’accusa, tutti ragazzi presenti alla festa durante la quale sarebbe avvenuta la violenza di gruppo. Davanti al tribunale per i minorenni di Roma oggi si  è svolto un presidio organizzato dall’Unione Donne in Italia (Udi) per esprimere solidarietà alla ragazza di Tarquinia. Davanti al tribunale c’era anche Daniela Bizzarri, da sempre schierata a sostegno della presunta vittima e della sua famiglia. La madre della presunta vittima, all’uscita dall’aula, si è detta soddisfatta perché, dopo oltre un anno di rinvii,  finalmente è iniziato il processo. La vicenda dello stupro di Montalto di Castro ha avuto una forte risonanza mediatica nel corso degli anni. La polemica travolse anche il sindaco della cittadina tirrenica Salvatore Carai, che anticipò e poi restituì il denaro per le spese legali degli otto ragazzi. Tra gli otto imputati figura, infatti, anche il nipote del primo cittadino. La grande attenzione mediatica su questo processo è stata dimostrata oggi proprio dalla presenza anche dell’Unione donne italiane che ha scelto proprio il giorno dell’apertura del dibattimento per scendere in piazza contro la violenza sulle donne. Come si ricorderà componenti del branco, all’epoca dei fatti tutti minorenni, erano stati ammessi alla cosiddetta ‘‘messa in prova’’, un periodo di osservazione al termine del quale, in caso di parere positivo da parte degli assistenti sociali, il reato sarebbe stato dichiarato estinto. Ma il beneficio fu revocato perché i giudici ritennero che la solidarietà verso i ragazzi espressa da tutta la cittadinanza in diverse circostanze, anche televisive, non avrebbe favorito il loro ravvedimento. Le famiglie di due o tre imputati, dopo il rinvio a giudizio, misero in vendita il loro patrimonio ma furono scoperti dall’avvocato della presunta vittima, che chiese ed ottenne il sequestro preventivo dei beni.