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    Cronaca
    19 Giugno 2012
    Stupro di gruppo, gli imputati: "Non ci fu costrizione"

    MONTALTO DI CASTRO – La quindicenne di Tarquinia era consenziente. Nessuna costrizione e niente violenza. Questo quanto emerso oggi nel corso dell’udienza che si è tenuta a Roma presso il tribunale per i minorenni in merito alla vicenda dello stupro di gruppo di Montalto. Secondo quanto raccontato dagli otto imputati non ci sarebbe stata alcuna forma di imposizione nel rapporto sessuale che si è consumato la notte tra il 31 marzo e il primo aprile 2007 nella pineta di Montalto Marina, durante una festa di compleanno.  I ragazzi, oggi ventenni, all’epoca dei fatti erano minorenni come la presunta vittima che presentò denuncia per violenza sessuale contro gli otto montaltesi. La segnalazione avvenne  a distanza di diverso tempo dall’episodio segnalato alle forze di Polizia dai Servizi sociali dopo che il professore della ragazza apprese dell’episodio dopo che l’allora 15enne si confidò con lui. I giovani sono stati ascoltati stamane  dal collegio dei giudici del tribunale di Roma. L’udienza si è protratta per oltre quattro ore nel corso delle quali gli imputati hanno ricostruito i momenti salienti di quella memorabile notte finita su tutte le cronache locali e nazionali. La presunta vittima, secondo quanto riferito dagli imputati in aula, si sarebbe volontariamente appartata con gli otto ragazzi, accettando quindi di avere rapporti sessuali con ognuno di loro, uno dopo l’altro. Forse, si è detto nel corso degli anni, la ragazza quella sera voleva vendicarsi nei confronti dell’ex fidanzatino. Gli otto montaltesi quindi non avrebbero fatto sesso con lei ricorrendo alla forza. La versione con ogni probabilità sarà confermata anche nel corso della prossima udienza fissata per il 17 settembre, nel corso della quale saranno sentiti i testimoni delle difese. La vicenda giudiziaria come si ricorderà è iniziata nel 2009. Dopo l’udienza preliminare, il gup De Biase accolse la richiesta di “messa in prova” per gli otto giovani di Montalto. I ragazzi, affidati ai Servizi sociali, avrebbero cioè dovuto svolgere un periodo di servizio civile nel corso del quale avrebbero dovuto maturare un ravvedimento per quanto effettuato. La decisione del gup però scatenò polemiche approdate su tutti i media nazionali,  così su richiesta della procura generale avvenne il primo colpo di scena: la Cassazione annullò il provvedimento che nel frattempo era giunto quasi a metà percorso. Tale provvedimento avrebbe consentito ai ragazzi di evitare il processo e in caso di esito positivo del percorso di messa in prova di estinguere il reato, invece si ripartì con il processo fino al rinvio a giudizio e l’apertura del processo lo scorso dicembre.  (a.r.)