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    Cronaca
    28 Giugno 2012
    Tirrenica: faccia a faccia sindaci e Sat

    MONTALTO – Un solo monito: garantire lavoro alle imprese locali. Così si sono presentati ieri mattina gli amministratori comunali di Montalto di Castro e Tarquinia, che si sono recati a Roma per un faccia a faccia con i vertici Sat, la società che realizzerà l’autostrada Tirrenica. Per il Comune di Montalto erano presenti il sindaco Sergio Caci ed il presidente del consiglio comunale Marco La Monica. Per il Comune di Tarquinia era presente il sindaco Mauro Mazzola, tutti si sono intrattenuti a colloquio con il presidente della Sat Antonio Bargone. Il primo cittadino castrense è deciso a mantenere fede agli impegni presi con il territorio e a chiedere garanzie per l’utilizzo di manodopera locale, per questo non ha usato mezzi termini. «Lotteremo – ha detto Caci – affinché le nostre ditte locali abbiano il massimo impiego possibile nella realizzazione dell’autostrada». «Quella di oggi – ha fatto sapere il primo cittadino castrense – è stata solo la prima di tante riunioni che si faranno, con lo scopo di dare la massima rappresentanza alle realtà locali nella realizzazione del corridoio tirrenico». Intanto anche la Provincia di Viterbo da mesi si sta muovendo in questo senso e in più di una occasione ha espresso preoccupazione per l’assenza di garanzie per le imprese locali. I vertici di Palazzo Gentili hanno incontrato più volte i sindacati e i rappresentanti dell’imprenditoria viterbese per fare un quadro generale sulle reali possibilità di impiego della manodopera locale. I vertici provinciali hanno sempre esortato ad «una strategia comune da presentare ai rappresentanti di Sat» per evitare che le aziende del territorio rimanessero fuori  dall’assegnazione dei lavori. Il primo a lanciare l’allarme in questo senso è stato l’assessore provinciale ai Lavori pubblici, Gianmaria Santucci che più volte ha denunciato che «alle nostre realtà imprenditoriali vogliono lasciare solo le briciole, ossia i lavori relativi alla costruzione dei sistemi viari secondari». Per questo da Palazzo Gentili si continua a ribadire il fatto che l’autostrada, «che oltretutto produce delle servitù sul territorio, debba essere un’occasione di rilancio per le aziende e non spunto per la colonizzazione del territorio da parte di realtà che vengono da fuori». Tra le preoccupazione emerse in questi mesi ci sono la gestione della sicurezza, dei contratti di lavoro e delle possibili infiltrazioni malavitose. Ma su questi punti ci ha messo la ‘‘firma’’ il ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri che le scorse settimane si è recata a Viterbo per firmare il protocollo di legalità finalizzato proprio ‘‘alla prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti, servizi e forniture delle opere per la realizzazione del tratto autostradale Tarquinia-Civitavecchia». Un tratto, quello del lotto 6A, che ha una lunghezza complessiva di 14 chilometri e un costo di circa 120 milioni di euro su un totale di 2,5 miliardi. Il documento, oltre che dal ministro,  è stato sottoscritto dal prefetto di Viterbo Antonella Scolamiero, dall’amministratore unico di Anas Pietro Ciucci e dal commissario di Governo della Sat (Società autostrada tirrenica) Antonio Bargone. Sul progetto il ministro era stata chiara :«La costruzione dell’autostrada Livorno-Civitavecchia, in un momento di grave crisi economica per tutta l’Europa, somiglia ad un miracolo – ha anche aggiunto il Ministro – Serve al Paese, perché assicura a un’area molto vasta e sviluppata un collegamento moderno e efficace e permette di aprire cantieri e quindi di creare occupazione. Con questo protocollo verranno applicate agli appalti norme più stringenti di quelle previste dalle leggi in materia. Il regolare svolgimento degli appalti garantirà anche che l’opera sarà eseguita nel migliore dei modi». Sarà un pool interforze a costituire «una rete di salvaguardia contro i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata» durante i lavori di realizzazione del tratto Civitavecchia-Tarquinia. Il gruppo vigilerà al fine di scongiurare ogni eventuale tentativo di estorsione e condizionamento che dovesse essere tentato contro le imprese e i consorzi impegnati nel progetto». Per garantire la trasparenza nelle procedure, prevenire e contrastare i tentativi di ingerenza della criminalità, la Sat alimenterà un flusso di dati verso l’Anas e gli organi preposti ai controlli antimafia. I dati verranno inviati prima della stipula dei contratti e dei subappalti. Le comunicazioni dovranno contenere anche gli assetti societari delle imprese coinvolte.  (a.r.)