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    Cronaca
    9 Gennaio 2013
    Villa Ilvana, protesta contro i licenziamenti

    MONTALTO – Licenziamenti presso la casa di cura Villa Ilvana. Protesta ieri mattina sotto la sede del palazzo comunale. I lavoratori hanno chiesto ed ottenuto un incontro con il sindaco Sergio Caci al quale hanno chiesto un intervento per risolvere la situazione. Ad avviare le procedure di licenziamento è stata la Fondazione Omnia onlus presieduta da Paolo De Angelis. In un volantino, i dipendenti della struttura realizzata dalla passata amministrazione Carai, si dichiarano «estromessi dal lavoro a favore dei dipendenti della cooperativa sociale Il Punto di Celleno». Ieri mattina i dipendenti hanno manifestato al fianco della Cgil contro i licenziamenti e contro «una gestione snaturata e privatistica del demanio comunale». Alla manifestazione è intervenuto in segno di solidarietà il consigliere regionale e capogruppo della Federazione della sinistra Ivano Peduzzi e il rappresentante provinciale Cgil del settore sanità privata Giulio Sprechini. Intanto proprio Peduzzi interviene anche sulla vicenda dell’indagine della procura di Civitavecchia, in atto sulla struttura castrense. Peduzzi ha chiarito di aver inviato una lettera urgente al commissario straordinario della Asl di Viterbo, Antonio De Santis, «per chiedere i motivi della mancata ispezione presso la casa di riposo, nonostante una richiesta inoltrata tramite missiva il 21 dicembre scorso dal maresciallo Sebastiano Zampone del locale comando dei carabinieri e per sollecitare un intervento urgente in tal senso da parte dei preposti uffici della Asl». «Come già avvenuto per la Rsa ‘Villa Anna’ di Faleria – dice Peduzzi – gestita anch’essa dalla fondazione Omina onlus di Paolo De Angelis, riteniamo urgente un’ispezione al fine di verificare la situazione interna e lo stato del servizio che, secondo lo stesso maresciallo, presenta alcuni aspetti che meritano di essere chiariti». «Questa mattina (ieri ndr) – ha detto Peduzzi –  abbiamo avuto modo di constatare l’inadeguatezza e l’inaffidabilità di un servizio così importante, messo in mano ad un privato. Nonostante l’elevata professionalità degli operatori e il loro impegno costante, le condizioni di lavoro all’interno della casa di riposo sono impensabili: la carenza di personale, sei unità su 40 pazienti e la cattiva gestione, pesano anche sulla garanzia di continuità terapeutica». «Sollecitiamo quindi il sindaco a revocare immediatamente l’affidamento e la gestione della struttura alla fondazione Omnia onlus. Per fare questo chiediamo quanto prima la convocazione di un tavolo congiunto tra la Asl, il sindaco, i sindacati e la Regione e auspichiamo che la prossima giunta regionale proceda al rilancio pubblico della casa di riposo». (a.r.)