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    Economia e Lavoro
    15 Aprile 2013
    Aria di crisi per l'impresa Guerrucci

    CIVITAVECCHIA – La situazione di crisi per l’impresa Mario Guerrucci inizia alla fine del 2007 quando la Regione Lazio blocca l’attività delle discariche per lo stoccaggio dei rifiuti delle centrali di produzione elettrica della zona, gestite dalla Guerrucci. In seguito ad una serie di adempimenti necessari all’adeguamento degli impianti alla recenti normative sugli stessi, la società è stata costretta, con aggravio di costi e maggiori pericoli per l’ambiente dovuti ai rischi insiti nei trasporti di rifiuti per lunghe distanze, all’invio dei medesimi in alcune discariche della Toscana. Questi fatti si sono sommati, negli ultimi 10 mesi, a quelli derivati dalla riduzione degli appalti sulle manutenzioni delle centrali elettriche del comprensorio civitavecchiese e di Montalto di Castro. Diversi i motivi che hanno quasi dimezzato i volumi d’affari di tutte le imprese che operano per le tre centrali. Un fatto, soprattutto, che ha riguardato, in particolare l’impresa Guerrucci, la quale da diverso tempo opera quasi esclusivamente per lavori in economia, senza più le convenzioni e gli appalti che garantivano il soddisfacente andamento economico lavorativo della società. In questo modo, gli oltre 130 dipendenti dell’azienda, vivono in continua precarietà, pur continuando, come sempre accaduto, a ricevere regolarmente e sistematicamente le retribuzioni loro dovute ed il pagamento dei relativi contributi previdenziali ed assistenziali. A ciò si aggiungono le notevoli imposte che la società paga annualmente sugli utili, le spese di gestione che lievitano continuamente, le modalità di MARIOpagamento, programmate dai gestori delle centrali, che si attestano, mediamente, sui 90/100 giorni dalla esecuzione dei lavori.
    Una situazione, quindi, che si presenta di difficile sostenimento, con l’aumento degli oneri finanziari, con la mancata certezza nell’affidamento dei lavori, con la conseguente precarietà del posto di lavoro dei dipendenti della Guerrucci che, dopo la crisi degli anni ’90, che aveva ridotto l’organico aziendale a poco più di 100 unità, rispetto alle circa 250 di tale periodo, nel breve termine, rischiano, oltre a una possibile riduzione nel numero dei dipendenti, anche in una decurtazione delle retribuzioni per il possibile utilizzo degli ammortizzatori sociali, come la riduzione collettiva dell’orario settimanale per ciascun dipendente, intervento della cassa integrazione e, in casi estremi, delle procedure di mobilità.