CIVITAVECCHIA – L’incenerimento dei rifiuti, la combustione del carbone, l’industria mineraria e l’uso dei pesticidi hanno una importanza rilevante nell’inquinamento ambientale da arsenico, non inferiore alle cause naturali. Questo è emerso da un recente studio in corso di pubblicazione sulla nota rivista internazionale Environmental Health Perspectives, che mette in evidenza il fatto che anche a dosi molto basse come nell’acqua potabile, la sostanza sia nociva. A cavalcare la notizia il Coordinamento dei Comitati dei Medici dell’Alto Lazio per l’Ambiente e la Salute, che sottolineano l’attualità dello studio anche in relazione alla futura conversione di Tvn: «I risultati della ricerca – si legge nell’intervento – hanno dimostrato che anche bassissime dosi di arsenico, simili a quelle presenti e tollerate nell’acqua potabile, sono capaci di interferire negativamente sull’attività recettoriale ormonale e minare un normale sviluppo dell’essere umano. In futuro il carbone potrà arrivare a contenere fino a 35.000 mg di arsenico per ogni chilo di sostanza.
Sanità
15 Aprile 2013
I Medici contro l'arsenico nell'acqua