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    Cronaca
    15 Aprile 2013
    «Nella Banca della Tuscia mai transitato denaro sporco»

    MONTALTOMONTALTO DI CASTRO – Il nuovo consiglio di amministrazione della Banca della Tuscia prende le distanze dai fatti legati all’inchiesta sulla scalata della Lazio che tra gli altri ha portato all’arresto del montaltese Mario Pasculini, ex direttore della filiale di Canino, ed ora vicedirettore della Banca di Roma a Tarquinia. L’accusa per Pasculini è solo quella di ‘‘tentato riciclaggio di denaro sporco della camorra’’, rispetto alla quale lo stesso bancario si è dichiarato innocente ed estraneo ai fatti. Tutto ruoterebbe intorno ad un conto che l’ex calciatore della Lazio, Giorgio Chinaglia ha aperto, quando insieme a Guido Di Cosimo, anche lui in manette, aveva deciso di acquistare la squadra di calcio della Maremmana. Il conto di cui si parla non risulta essere stato mai operativo e fu a suo tempo già oggetto di indagine della guardia di Finanza. «Giorgio Chinaglia aveva effettivamente aperto nell’ottobre del 2003 il conto a Canino allo sportello della filiale della Banca della Tuscia, per poi chiuderlo a maggio 2005 – ha spiegato oggi in conferenza stampa Pietro Mencarini, attuale presidente dell’istituto di credito – ma, come risulta anche dalle carte che abbiamo noi, non transitò neppure uno straccio di euro, anzi per chiuderlo Chinaglia dovette pagare un bonifico di 250 euro di competenze». Mencarini, che ha parlato alla stampa alla presenza anche degli altri membri del cda, Bagarani e Caterina De Cesaris, e al fianco del direttore generale Mario Rossi, su un punto è stato lapidario: «Nella banca non è mai transitato denaro riconducibile a persone malavitose, tutto è stato accertato già nella precedente amministrazione. Ricordiamo che la banca della Tuscia venne commissariata solo per motivi legati a crediti difficilmente esigibili, nessun legame con clan o malavita organizzata». La nuova dirigenza dell’Istituto di Credito, che ha la sede generale a Montalto di Castro, si dice quindi assolutamente fuori da qualsiasi accostamento a personaggi malavitosi e camorristici. Anche secondo l’avvocato Giulio Piras difensore di Pasculini, il banchiere non avrebbe avuto alcun ruolo nella scalata alla Lazio. (Ale.Ro.)