CIVITAVECCHIA – Licenziamento per i dipendenti, nessuna possibilità di scegliere tra pubblico e privato, ulteriore abbassamento dell’indice di posti letto per abitanti, peggioramento della mobilità passiva. Sono queste le conseguenze negative messe in evidenza dalla direzione della Clinica Siligato a causa della possibile chiusura della struttura dovuta ai tagli previsti dalla Regione Lazio. La Casa di Cura, unica sul territorio, presente in città dal 1936 e con 2410 riprestazioni erogate solo nel 2007, conta oggi 70 dipendenti di cui 41 con rapporto di lavoro dipendente. «In caso di chiusura – hanno spiegato da via Buonarroti – molti saranno difficilmente ricollocabili a causa dell’età e della ridotta offerta di lavoro. I rispermi ipotizzati dalla Regione sono teorici: i ricoveri non possono essere soppressi e dovranno essere effettuati in altre strutture, con costi che potrebbero rivelarsi maggiore». Le caratteristiche poi della struttura renderebbero difficile una diversa utilizzazione e comunque la riconversione comporterebbe una lunga interruzione dell’attività. «Nei criteri individuati dalla Regione per i tagli – hanno aggiunto – si sarebbero dovute prendere in considerazione la qualità e la tipologia della prestazioni erogate, e non il numero di posti letto, il tasso di occupaizone e la degenza media». Intanto, mentre è stato formalizzato il ricorso al Tar, sulla vicenda è intervenuta anche l’assessore provinciale alla scuola Paola Rita Stella. «La sanità laziale attraversa un grave momento di crisi a seguito del contenzioso aperto tra Regione e Governo. Se non risolto rapidamente – ha spiegato – rischia di compromettere l’erogazione di importanti servizi socio-sanitari con gravi ripercussioni sull’utenza e sui livelli occupazionali del settore. Mi adopererò affinché vengano adottati in tempi rapidi gli opportuni provvedimenti da parte delle istituzioni interessate».
Sanità
15 Aprile 2013
Siligato, a rischio 70 posti di lavoro