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    Cronaca
    22 Aprile 2013
    Angela Azzaro: &quot;Se un sindaco di sinistra sta con gli stupratori…&quot;<br />&nbsp;<br />

     di Angela Azzaro
    «Non la conosco, non l’ho mai vista in faccia. Non mi ha mai chiesto niente». E’ bastato poco al sindaco di Montalto di Castro, Salvatore Carai dei Ds, per decidere di prestare cinque mila euro a testa, per pagarsi un avvocato, a otto ragazzi del suo paese accusati di aver stuprato una coetanea di sedici anni. La ragazza non lo ha chiamato, non gli ha chiesto aiuto, non l’ha mai vista in faccia e quindi non merita solidarietà, incoraggiamento. La solidarietà la meritano gli otto ragazzi denunciati, accusati di averla violentata per tre ore. Senza pentimenti. Senza scuse, perché secondo gli amici – come riferisce il Corriere della sera – «era un gioco, lei ci stava, era ubriaca fradicia, non è una santarellina». E di più: «Aveva la minigonna nera e li ha provocati». Quanto basta per far gridare allo scandalo. Non però il sindaco ds che, su richiesta dei servizi sociali, ha pensato bene di sostenere le famiglie degli accusati, in quanto povere e senza mezzi, invocando il principio della presunzione di innocenza.
    E’ un discorso che fa acqua da tutte le parti. I ragazzi avrebbero avuto comunque a disposizione l’avvocato d’ufficio e appare davvero debole il riferimento alla condizione sociale delle famiglie, perché allora l’aiuto dovrebbe valere prima, per lo studio, il tempo libero, il lavoro. L’atto del primo cittadino di Montalto di Castro ha tutt’altro valore ed è un valore che ricorda tempi lontani, tempi bui, quando le donne violentate venivano stuprate due volte, la seconda volta – quando avevano il coraggio di denunciare – nelle aule di tribunale e dall’opinione pubblica. Il movimento delle donne si è battuto contro questo clima, ha ottenuto importanti cambiamenti, registrati dalla legge sulla violenza sessuale che stabilisce, tra gli altri punti, l’inversione dell’onere della prova: gli accusati devono dimostrare la loro innocenza e non viceversa. Il che vuol dire impedire che una donna si debba giustificare, vergognare, chiedere scusa, perché è stata violentata.
    Qualcosa è però cambiato se, a cuor leggero, un sindaco dei Ds si sente autorizzato a utilizzare i soldi pubblici per difendere otto ragazzi accusati di stupro. E’ un segno isolato? Oppure è il segno di un cambiamento più radicale, del fatto che il senso comune, in gran parte modificato grazie alle battaglie femministe, sta ritornando indietro? Dobbiamo sperare che tutto finisca a Montalto di Castro o ci dobbiamo preoccupare di una mutazione più profonda, pericolosa? Senza cedere a facili allarmismi, non si può comunque sottovalutare l’accaduto: è un fatto gravissimo perché fa passare l’idea che lo stupro sia una ragazzata, un incidente di percorso, che quella giovane donna sia un po’ complice. Fa passare l’idea che il corpo femminile in quanto tale è corpo di tutti, corpo pubblico; non è corpo di un soggetto autonomo, pieno, determinato. E’ corpo degli altri, di un potere maschile che può far quello che vuole.
    E’ per questa ragione che non è troppo, anzi è necessario, chiedere le dimissioni del sindaco. Il suo gesto non ha scusanti, non può essere accantonato, ridimensionato. Se dovessimo passarci sopra è come se dicessimo che siamo state sconfitte e sconfitti nella sfida più importante: costruire una società dove vige il pieno rispetto di tutti e tutte, dove il potere maschile non è un dato naturale, immodificabile. Bene ha fatto Miranda Perinelli, segreteria Cgil della provincia di Viterbo, la prima a sollevare il caso e a protestare. Bene ha fatto la sottosegretaria per i Diritti e le pari opportunità Donatella Linguiti (Prc) a esprimere il suo sdegno dichiarandosi, come donna e come rappresentante delle istituzioni, parte in causa. A Barbara Pollastrini chiediamo che prenda posizione a sostegno della ragazza e contro il sindaco del suo partito. Subito. Come possibile che una ministra per le Pari opportunità tolleri un politico, un uomo simile nel suo partito? Alla ragazza diciamo: non sei sola. Stiamo dalla tua parte.