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    Amministrazione
    22 Aprile 2013
    «La Tomassini eviti di fare il tecnico»

    FRANCESCOPiazza del Conservatorio continua a tenere alta la tensione dei rapporti tra l’ex assessore all’Urbanistica Annalisa Tomassini e l’ex dirigente urbanistico del Comune, Francesco Correnti, messo in pensione a sua insaputa dalla ormai ex collega responsabile del personale, Valeria Michelli, alla fine dello scorso anno.

    Nei giorni scorsi la Tomassini era tornata ad intervenire sul rilascio della concessione per la palazzina di piazza del Conservatorio, sostenendo, in sostanza che Correnti aveva fatto tutto da solo, tenendola all’oscuro del rilascio del permesso a costruire e di non essere d’accordo sulla permuta dell’area che aveva consentito di perfezionare l’operazione immobiliare.

    Pungente la replica dell’architetto. «Ho letto – con sorpresa – la “tempestiva” intervista della signora Annalisa Tomassini. Dico tempestiva, in quanto seguita immediatamente alla rinuncia a produrre il richiesto parere pro veritate da parte dell’avvocato Ludovico D’Amico, da cui mi attendevo, io sì, un po’ di chiarezza. Nelle dichiarazioni della “mia” ex assessore ho trovato, innanzitutto, un atteggiamento inconciliabile con quello da lei avuto nei miei confronti fino ad appena un mese addietro. Nel caso in argomento, trovo assolutamente inutile, impropria e – spiace dirlo – contraria alla verità, l’espressione della Tomassini: ‘‘la concessione è stata rilasciata a mia insaputa dall’architetto Correnti, che invitai a sospenderla in quanto nutrivo dubbi’’. Ho detto chiaramente e con spirito improntato alla massima collaborazione alla signora Tomassini (per la cronaca, è stata il mio diciassettesimo assessore all’urbanistica, ma non sono superstizioso) il mio pensiero su tutte le pratiche discusse con lei (per citarne alcune che ci hanno visto su posizioni diverse: l’ex sottostazione Enel di via Adige; l’area inedificata nei pressi della cisterna romana a San Gordiano; quella dove fu localizzato l’hospice oncologico davanti all’ospedale San Paolo; la quantità di superficie ammissibile per corpo scala dei volumi tecnici, che volle raddoppiare), così come ho manifestato pubblicamente – con interviste e con pubblicazioni – le mie idee su certe costruzioni deturpanti nelle zone agricole, su porticcioli proposti in località inadatte, su immobili storici da tutelare o su episodi di realizzazioni edilizie non all’altezza del ruolo che la categoria degli imprenditori dovrebbe avere nella crescita sostenibile della città».

    «Sono addolorato – prosegue Correnti – che la signora Tomassini abbia ritenuto di svilire questo rapporto leale di collaborazione, arricchito da lunga amicizia e reciproca stima con suoi famigliari, che mi ha visto dapprima lusingato per essere il destinatario della sua prima telefonata da assessore, poi consigliere – a livello tecnico – di impostazioni su temi di tutela dell’ambiente e del patrimonio storico (rammento, ad esempio, posizione assunta sulla “bretella”, la valle della Fiumaretta e le antiche Mole civiche) e infine il depositario imbarazzato di confidenze sulle sue ripetute delusioni per scelte e comportamenti superiori da lei non condivisi».

    «In esecuzione – spiega Correnti – degli indirizzi ricevuti e, più ancora, al fine di attuare un ampio progetto di riqualificazione urbanistica, inserito nel contesto dell’intero Piano di Recupero del Centro Storico approvato dal Consiglio Comunale (non potendo più ricorrere a espropri e altri mezzi coercitivi), era mio preciso dovere concludere le istruttorie positive della pratica per acquisire al patrimonio comunale le aree necessarie. Esprimo solo un parere personale e puramente professionale: un assessore, anche quando fosse un tecnico, dovrebbe sempre evitare di occuparsi di aspetti non politici e di fare affermazioni riguardanti indici applicabili, parametri urbanistici e, nella fattispecie, “cementificazioni” previste da un piano che ottenne nel 1990 addirittura la targa del Premio Gubbio per la sua qualità progettuale.

    «Soprattutto – conclude Correnti – dovrebbe evitare di dare suggerimenti e consigli di evidente parzialità “politica” a chi – come il Commissario Prefettizio – deve prendere con serenità, obiettività e consapevolezza le decisioni inerenti al proprio dovere istituzionale. Sarà naturalmente mia cura tutelare il mio buon nome nelle sedi opportune, nei confronti di quanti hanno ritenuto di poterlo diffamare in varie forme».