logo
    Sport
    22 Aprile 2013
    Snc, la ricetta di Del Duca: "Lavorare sui giovani per tornare grandi''

    Si riparte dai giovani. Quante volte lo abbiamo sentito dire, soprattutto da largo Galli. A poche ore dalla retrocessione in A2 il coach Marco Pagliarini ed il presidente Ivano Iacomelli, nelle interviste di rito, non esitavano a definire la valorizzazione dei giovani come un atto prioritario nel progetto di ricostruzione. Tutto questo dopo aver dato spazio ai giovani nelle battute finali della seconda fase con l’ultima gara nella massima serie con il Camogli conclusa in parità con tra i pali Andrea Del Lungo ed in acqua gli altri baby Marco Castello, Gianluca ed Andrea Muneroni e Massimo Bertini al fianco dei ‘‘senatori’’ ancora giovani come i civitavecchiesi Rinaldi e Foschi ed i romani Gatto e Giorgi, che hanno dato l’impressione di esser attaccatissimi alla causa rossoceleste. E mentre la società, proprio, in queste ore sta sondando il terreno con i giocatori per capirne le intenzioni future e la volontà di restare o meno, abbiamo fatto un blitz a largo Galli per parlare di giovani con un vero e ptroprio intenditore come Marcello Del Duca, che ‘‘rubato’’ per pochi istanti dai suoi allenamenti ai baby del settore giovanile rossoceleste ci ha dipinto un quadro esaustivo della situazione.

    Sentiamo parlare del vivaio come il futuro della Snc, lei in quanto responsabile del settore giovanile cosa ne pensa?
    «Sono ovviamente dispiaciuto della retrocessione della prima squadra, ma gli uomini di sport sanno guardare avanti e mi fa piacere che si punti sui giovani per il rilancio».
    Ma ci sono ragazzi promettenti?
    «Numericamente in questi ultimi anni siamo molto cresciuti: la Snc ha di nuovo tutte le squadre giovanili, compresi gli esordienti e ci difendiamo bene anche nei campionati nazionali. Mi fa un certo ‘‘effetto’’ usare qesta espressione, prima mi interessava solo creare squadre che potessero lottare per il tricolore, ma ora gli obiettivi sono ovviamente diversi…».
    Sposerà il programma societario, ovvero restare in A2 per qualche anno per valorizzare i baby?
    «Ne abbiamo parlato, ma per ora non c’è nulla di ufficiale. Chiaro che credo che questa sia la linea giusta, ma con Marco Pagliarini e la’attuale dirigenza si è creato il feeling giusto e soprattutto si lavoro in equipe che è fondamentale».
    Ha condiviso la scelta di Pagliarini di affidarsi ai giovani solo a ‘‘giochi fatti’’?
    «I programmi iniziali erano questi e poi come detto la linea verde è molto cresciuta numericamente, ma tecnicamente e fisicamente c’è ancora molto da lavorare e l’impatto con l’A1 è forte».
    Quanti anni ci vorranno prima di tornare a livelli importanti?
    «Anche nella pallanuoto ormai girano cifre astronomiche e l’unico modo per essere competitivi per realtà come la nostra è sfornare talenti. Ci sono giovani interessanti, ma bisogna dar loro modo di crescere e maturare, senza fretta e pressioni. L’importante è non ripetere gli errori del passato e magari ci vorrebbe anche maggiore collaborazione magari con la Coser per poter creare bravi pallanuotisti da ottimi nuotatori».