logo
    Cronaca
    22 Aprile 2013
    Stupro, due determine per 35mila euro a favore degli indagati

    MONTALTO DI CASTRO – E’ caos a Montalto di Castro. La piccola cittadina castrense è piombata nella bufera, da quando il sindaco Salvatore Carai (Ds) ha deciso di anticipare le spese legali ad alcune delle famiglie dei ragazzi indagati per stupro di gruppo ai danni di una minorenne di Tarquinia. Oggi sono saltati fuori gli atti. «Abbiamo scoperto due determine dirigenziali – tuona la senatrice di An Laura Allegrini – una di 30mila euro a favore di sei ragazzi, emessa in data 26 giugno e un’altra di 5mila euro in data 9 luglio a favore di un ragazzo che sarebbe parente del sindaco». La conoscenza dei documenti è scaturita a fatica, richiedendo l’intervento anche dei carabinieri. A volerci vedere chiaro, stamattina, sono stati i due consiglieri d’opposizione, Fabiola Talenti e Marco Fedele (An) che si sono recati in Comune scoprendo nel pomeriggio le determine. La prima (191 del 26 giugno) prevede la restituzione del prestito in 32 rate da 150 euro al mese per tre famiglie e in 35 rate da 100 euro. La seconda (202), quella relativa ai familiari del giovane legato al sindaco da vincoli di parentela, prevede anch’essa un rientro in 32 rate. La prima sarebbe già esecutiva: le sei famiglie avrebbero incassato il denaro, mentre il parente del primo cittadino non lo avrebbe ancora fatto. Soltanto uno degli indagati (in tutto sono otto) non avrebbe invece accettato gli aiuti dal Comune. Per tutta la giornata di oggi riunioni fiume in Comune . Secondo le agenzie di stampa la giunta sarebbe pronta a revocare gli atti, ma ancora ieri sera non c’erano conferme, neanche in merito ad un rientro anticipato di Carai da un viaggio all’estero. «Carai ha sbagliato: ora non è sufficiente ritirare il finanziamento – dice Laura Allegrini – ma deve ripristinare la dignità dell’istituzione con le sue dimissioni. Resta infatti un atto viziato probabilmente da un abuso». «È assurdo», incalzano la Talenti e Fedele: «E’ inaccettabile che il sindaco e la sua amministrazione abbiano deciso di gestire i soldi pubblici come se fossero loro personali». Gli fanno eco Consolata Piras, Marco La Monica e Sergio Caci esponenti di Fi: «Oltre all’assenza della delibera di giunta, che giustificasse almeno in parte la decisione di erogare il contributo, non c’è neanche il verbale della Commissione bisognosi, ma solo il richiamo a un regolamento comunale per la concessione di contributi». L’europarlamentare di Alternativa Sociale, Alessandra Mussolini, annuncia invece di voler pagare le spese alla ragazza: «Ho deciso di offrire alla giovane l’assistenza legale del mio avvocato, Franco Cardiello».