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    Energia e ambiente
    5 Settembre 2015
    Inceneritore Albano: l’appello dei sindaci a Zingaretti

    ROMA-Mercoledì 9 settembre il Consiglio dei Ministri sarà chiamato a votare il decreto del Ministero dell’Ambiente n.3423 del 29 luglio 2015 collegato alla cosiddetta legge ‘Sblocca Italia’: il nuovo decreto inserisce l’inceneritore di Albano nell’Elenco degli impianti di incenerimento autorizzati e non in esercizio come parte integrante dell’impiantistica da mettere in funzione nel Lazio insieme alle due linee di Malagrotta e a quella di San Vittore. Ennesima ‘beffa’, dunque, per i Comuni dei Castelli Romani che, per fermare la costruzione dell’impianto, si sono appellati al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e all’Assessore alle politiche per il territorio, mobilità e rifiuti Michele Civita. Già, perché se è vero che il Consiglio dei Ministri ne discuterà il 9 settembre e che il parere definitivo dovrà esprimerlo la Conferenza Stato-Regioni nella prima seduta utile, è necessario chiarire che per l’impianto di Roncigliano l’ultima parola spetterà alla Regione Lazio perché l’AIA (Autorizzazione integrata ambientale), firmata ad agosto 2009 e poi prorogata nel gennaio del 2013, scadrà il prossimo 22 novembre e la Regione Lazio dovrà decidere se accordare o meno l’autorizzazione». 
    Così in una nota i sindaci dei Castelli Romani che hanno scritto al presidente della Regione Nicola Zingaretti. «Crediamo sia ancora possibile fermare la costruzione di questo impianto», hanno scritto, su proposta dal Sindaco di Genzano di Roma Flavio Gabbarini, i sindaci di Albano, Ardea, Ariccia, Castel Gandolfo, Genzano, Lanuvio, Marino, Nemi e Rocca di Papa. «Un impianto per nulla strategico – prosegue la nota – visti i risultati che la raccolta differenziata sta portando su gran parte del territorio dei Castelli Romani; un impianto che produce energia tutt’altro che ‘verde’ e che utilizzerà oltre al CSS (combustibile ottenuto da materiali riciclabili come plastica, carta, legno, fibre tessili, ecc.) anche delle tipologie di rifiuti speciali combustibili, come ad esempio rifiuti pericolosi di provenienza ospedaliera; un impianto inquinante ad alta emissione di diossine e furani, sostanze considerate molto pericolose per la salute e per l’ambiente, in un sito, Roncigliano, già altamente compromesso, come confermato dagli accertamenti effettuati nel corso degli anni da Arpa e dagli studi epidemiologici di Eras Lazio».