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    Speciale medicina
    12 Settembre 2015
    Dai popcorn ai biscotti, troppi grassi trans nei cibi

    Grassi ‘trans’: una minaccia per la salute, ma ancora troppo presenti in cibi industriali che si possono facilmente trovare nei supermercati di tutte le città del mondo. A lanciare l’allarme è Steen Stender dell’Università di Copenhagen (Danimarca), in occasione del congresso della European Society of Cardiology (Esc) a Londra, dove si è parlato dell’importanza dell’alimentazione per mantenere un cuore sano. «Introdurre attraverso la dieta 5 grammi al giorno di grassi trans – ha spiegato l’esperto – si associa con un aumento del 23% di problemi cardiovascolari. E’ ormai provato che questi ingredienti non hanno effetti benefici sulla salute e non dovrebbero essere utilizzati nei cibi di produzione industriale. Infatti, dal 2003 in Europa è stato introdotto il limite di 2 grammi ogni 100 (2%). Eppure, in 100 grammi di popcorn, o in 100 grammi di alcuni biscotti, torte, wafer, ancora oggi possiamo ritrovare almeno 5 grammi di acidi grassi trans. Abbiamo effettuato una verifica nel 2012 e nel 2014 in 3 supermercati di 20 delle principali città europee – ha raccontato Stender – e nel primo anno è emerso che in molte di queste, soprattutto nell’Europa dell’Est, è ancora possibile acquistare prodotti del genere. Nel 2014 la situazione è addirittura peggiorata». C’è da dire che, nella classifica presentata dall’esperto danese dei Paesi del mondo dove è possibile mangiare con facilità ‘high trans fat menu’, anche nei fast food per esempio, l’Italia si piazza bene: è sestultima, mentre gli Stati Uniti sono primi. «Le industrie dei fast food, nel 2008, hanno promesso di iniziare a utilizzare oli di cottura con al massimo il 2% di grassi trans e questo effettivamente ha migliorato la situazione. Ma le buone intenzioni non bastano, è necessario un limite di legge. E’ ancora possibile trovare in commercio tanti prodotti popolari pieni di grassi trans. E la mortalità cardiovascolare cresce proprio nei Paesi con  maggiore diffusione dei ‘trans-fat’. Bisogna intervenire», ha concluso l’esperto.