logo
    Speciale medicina
    12 Settembre 2015
    Freddo killer, pericolo stagionale

    L’estate sta finendo, e a breve potremmo fare i conti con i primi freddi. Buone notizie per chi non tollera il caldo eccessivo, ma cattive se si considera che, secondo i medici, il gelo rappresenta un vero rischio per la salute di cuore e arterie. Shuangbo Liu dell’Università di Manitoba a Winnipeg, Canada, ha presentato uno studio sul tema al congresso della European Society of Cardiology (Esc) di Londra: in 6 anni di osservazione, l’indagine ha rilevato che ogni 10°C di calo della temperatura il rischio di infarto del miocardio, quello più grave, aumenta del 7%. «Abbiamo studiato gli effetti della temperatura sulla salute del cuore a Winnipeg, una delle grandi città più fredde del mondo», ha detto Liu. «Abbiamo dimostrato che esiste una chiara relazione tra temperatura giornaliera e rischio di infarto più grave, ed è la prima volta che questo preciso legame viene studiato. Ma questo rischio può essere anticipato fino a due giorni prima dell’attacco di cuore vero e proprio, grazie alle previsioni meteo. Una maggiore sensibilizzazione del pubblico e una riallocazione delle risorse può quindi aiutarci a rispondere a questo pericolo stagionale». Sempre al congresso Esc un altro lavoro punta il dito sulle temperature basse: sarebbero associate anche a un aumento del rischio di ictus ischemico nei pazienti con fibrillazione atriale, secondo Tze-Fan Chao, cardiologo del Taipei Veterans General Hospital e della National Yang-Ming University di Taiwan. La ricerca, condotta su ben 290.000 pazienti, suggerisce che il clima rigido è davvero un problema sottovalutato per la salute, che merita più attenzione. Secondo i dati illustrati da Chao, anche una diminuzione di 5°C della temperatura media giornaliera possono fare la differenza, forse a causa della maggiore viscosità e coagulabilità e del plasma sanguigno. E’ possibile dunque mettere in pratica misure preventive per i pazienti con fibrillazione atriale prima che si verifichi l’ictus, come terapie anticoagulanti adeguati e una riduzione dell’esposizione al freddo attraverso abbigliamento e riscaldamento».