I malati di Alzheimer sono a rischio smarrimento. Con conseguenze a volte drammatiche, come dimostrano gli ultimi casi di cronaca. Localizzarli può salvargli la vita. Ed è l’obiettivo dell’intesa siglato lunedì tra i diversi ministeri competenti, Salute, Interni e Welfare, per la geolocalizzazione dei malati, un’iniziativa nata sulla scia dei risultati positivi ottenuti in una sperimentazione realizzata a Roma. Ad annunciarla Agata Iadicicco, vicario del commissario straordinario del Governo per le persone scomparse, al convegno «Alzheimer XVII. Scienza e coscienza per una comunità amichevole», organizzata da Fondazione Roma Sanità e Alzheimer Uniti Roma Onlus in occasione della giornata mondiale dedicata alla malattia.
«La sperimentazione nella capitale – ha spiegato Iadicicco all’Adnkronos Salute – ha permesso di seguire 20 malati, dotati di un apparecchio delle dimensioni di un telefonino che viene attaccato alla cintura o al collo. Lo strumento si è dimostrato utile a dare l’allarme e localizzare precisamente l’ammalato. E i tempi sono fondamentali in questi casi, perché la persona con Alzheimer o demenza può camminare anche per 24 ore, come dimostrano i dati del nostro osservatorio, ma poi, praticamente, si accascia perché perde il senso della sete e della fame», aggiunge Iadicicco, sottolineando che lo strumento potrebbe essere utilizzato anche in altri casi di malattie neurologiche.
Il Commissario per le persone scomparse «ha voluto coinvolgere – dice ancora la vicaria – il ministero della Salute e delle Politiche sociali, che possono accedere a fondi per mettere a disposizione dei malati questi apparecchi». Saranno coinvolte anche le autorità locali per valutare sul territorio quali siano le reali necessità e le possibilità di finanziamento a livello territoriale. Dal 1974 si stima siano oltre 100 gli ultrasessantacinquenni con Alzheimer scomparsi.
In ritardo, invece, la costruzione di un villaggio Alzheimer a Roma. Tre anni di inutile attesa per le autorizzazione di un progetto innovativo senza scopo di lucro, che punta su un’assistenza ‘aperta’, a misura di malato, in grado di garantire una vita normale nonostante la malattia. «Ma ora basta. Non sono più disposto a celebrale la giornata dell’Alzheimer solo con le parole. E’ assurdo che si neghi la possibilità di assistenza ai malati in questo modo, non concedendo l’autorizzazioni ad un progetto per il quale non si chiedono soldi e si offre assistenza gratuitamente e senza fini di lucro. In questo Paese si è smarrito il senso dell’umanità». E’ lo sfogo di Emmanuele Francesco Maria Emanuele, presidente della Fondazione Roma che, in un commosso intervento alla convegno ha denunciato il blocco del progetto.
Speciale medicina
26 Settembre 2015
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