Milano entra tra le eccellenze mondiali della medicina dello sport. L’Istituto di medicina dello sport meneghino ha infatti ottenuto l’accreditamento ed è tra i 18 i centri – certificati dalla Federazione internazionale di medicina dello sport (Fims) – al top nel mondo. Di questi, ben 4 si trovano in Italia (2 a Roma, 1 a Brescia e da oggi 1 a Milano), a testimonianza dell’attenzione che il Belpaese dedica all’argomento. Proprio a Milano nacque infatti nel 1957 la prima specializzazione universitaria in medicina dello sport, mentre già nel 52 la Fmsi (Federazione medico sportiva italiana) aveva aperto un ambulatorio nell’arena milanese dedicato agli atleti professionisti.
«Per l’istituto è un riconoscimento internazionale importante, che aspettavamo e che si riferisce anche al lavoro fatto negli anni scorsi, dove sono state riscontrate tante patologie, anche a massimo livello – commenta Maurizio Casasco, presidente della Fmsi – Ricordiamo che i calciatori Nwankwo Kanu e Khalilou Fadiga sono stati bloccati in questo istituto pur avendo l’idoneità in Olanda e in Inghilterra. Ad Antonio Cassano è stata ritardata attraverso la competenza di questo centro», ricorda Casasco, che ha presieduto la commissione federale che abilitò il calciatore al ritorno all’attività agonistica. Oggi l’istituto si occupa dei certificati di idoneità sportiva agonistica e non, di progetti di ricerca e della valutazione funzionale, cioè dell’indagine dei fattori che determinano la prestazione fisica e sportiva.
«La valutazione e certificazione di idoneità sportiva – continua Casasco, che è anche vicepresidente della Federazione europea di medicina dello sport (Efsma) e presidente della Commissione sviluppo del comitato esecutivo Fims – rappresenta il primo e unico screening della popolazione in chiave di prevenzione della salute, essendo venuta meno la visita scolastica e quella di leva».
Speciale medicina
26 Settembre 2015
Medicina dello Sport, l’Istituto di Milano al top