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    Speciale medicina
    8 Ottobre 2015
    Hiv, uno studio italiano scopre la difesa naturale

    A 35 anni dall’identificazione del virus responsabile dell’Aids che ha causato nel mondo più di 39 milioni di decessi, ancora non esistono né una cura risolutiva né un vaccino efficace. Una ricerca condotta da Massimo Pizzato e dal suo gruppo di ricerca presso il Centro per la Biologia Integrata (Cibio) dell’Università di Trento apre ora nuove prospettive. I risultati sono pubblicati su ‘Nature’. I ricercatori dell’Università di Trento hanno infatti scoperto l’esistenza nelle cellule di un potentissimo inibitore naturale dell’infezione virale, chiamato Serinc5, in grado di neutralizzare Hiv e altri virus simili. 
    La capacità dei virus di infettare le cellule dipende dalla loro abilità di eludere questa difesa naturale, finora sconosciuta. Da più di 20 anni è noto che la capacità di Hiv di causare l’Aids dipende dalla presenza di un suo componente, chiamato Nef, che rende il virus molto infettivo. I ricercatori hanno ora capito che Nef agisce permettendo al virus di eludere proprio l’attività antivirale di Serinc5, rendendolo così estremamente aggressivo. 
    «Quando una cellula è infettata con Hiv – spiega Pizzato – inizia a produrre nuovo virus necessario per disseminare l’infezione a tutto l’organismo. SErinc5 è situata sulla superficie delle cellule e attende che il virus esca da queste per inserirsi in esso e renderlo incapace di infettare nuove cellule. L’infezione così non si può propagare. Tuttavia, nella continua guerra ingaggiata con le cellule, i virus hanno compiuto un passo in più, vincendo per ora la battaglia. Infatti, con la sua proteina Nef, Hiv ha acquisito la capacità di rimuovere Serinc5 dalla superficie della cellula eludendo la sua azione antivirale».