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    Energia e ambiente
    22 Ottobre 2015
    Montello, un’eccellenza nel riciclo

    Qui si trasformano i rifiuti in materia prima seconda con cui realizzare filati, prodotti per auto, contenitori per detersivi e shampoo, blister. È il più importante impianto di trattamento dei rifiuti e riciclo degli imballaggi in plastica da raccolta differenziata, completamente automatizzato, su scala nazionale e non solo. È anche il maggior centro integrato a livello europeo. Una buona pratica tutta italiana, una storia coraggiosa di cambiamento e una scommessa vincente sulla Green economy. È la Montello Spa, azienda di Bergamo che dalla produzione di tondini in ferro per il cemento armato, complice la crisi tra ‘95 e ‘96, si è riconvertita al trattamento dei rifiuti. Scelta che ha pagato tanto che l’azienda è passata dai 300 addetti dell’epoca ai 553 di oggi. La Montello apre il tour di Corepla (consorzio nazionale per la raccolta, il riciclaggio e il recupero degli imballaggi in plastica) attraverso le case history di successo italiane nella raccolta differenziata e riciclo della plastica.
    «Le nuove tecnologie e l’esperienza pluriennale nel riciclo in un Paese come l’Italia, povero di materie prime ma ricco d’ingegno, hanno reso il mercato delle materie prime seconde un settore di qualità – dichiara Giorgio Quagliuolo, presidente Corepla – oggi è possibile realizzare bottiglie in pet con il 50% di materiale riciclato». Inoltre, aggiunge Quagliuolo, «selezionando imballaggi in prolipropilene rigido (che nel resto d’Europa non vengono quasi mai raccolti) Corepla è in grado di fornire alle aziende riciclatrici la materia prima per la produzione di prolipropilene di riciclo che ha una forte domanda».
    Grazie a sistemi meccanici e detettori ottici, nel centro di Bergamo gli imballaggi vengono separati per peso specifico, tipo di polimero, colore. Bene per l’occupazione e per l’ambiente: 200mila tonnellate l’anno di emissioni di Co2 evitate e un tasso di smaltimento in discarica pari a zero. 
    «L’80% dei quantitativi di rifiuti di imballaggi in plastica trattati è riciclato in materia prima seconda e in manufatto, mentre con il restante 20% vengono prodotti Combustibili Solidi Secondari utilizzati in sostituzione del carbone coke nei cementifici e negli altiforni», spiega Roberto Sancinelli, presidente e ad della Montello. «Il passo successivo – aggiunge- è quello di migliorare la qualità dei prodotti da riciclo e dei Css che produciamo al fine di incrementare il valore economico e ridurne l’impatto ambientale. È in costruzione il primo impianto industriale italiano di upgrading del biogas in biometano come bio carburante di seconda generazione da destinare all’autotrazione, con recupero della Co2 che purificata e liquefatta sarà destinata all’uso industriale fra cui l’alimentare».
    Più in generale, per Giorgio Quagliuolo, nel settore del recupero e del riciclo degli imballaggi in plastica “le cose vanno moderatamente bene”, e il “moderatamente” sta a indicare un’Italia a due velocità. Da una parte “c’è una continua crescita della raccolta differenziata – spiega – il conferito viene riciclato per il 60-65% e quello che non si riesce a riciclare diventa combustibile solido secondario nei termovalorizzatori per cui siamo riusciti ad abbassare la quota che va in discarica sotto l’1%, oggi siamo circa allo 0,8% e questo significa aver centrato l’obiettivo europeo al 2020 di discarica zero”. Dall’altra parte “tanti imballaggi in plastica oggi ancora non si raccolgono in maniera differenziata – aggiunge – un ritardo imputabile soprattutto alle regioni del sud del Paese. Per dare una misura, in Veneto si raccolgono 22 kg di imballaggi in plastica post consumo all’anno per abitante, in Sicilia siamo sui 3,5 kg”.