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    Speciale medicina
    24 Ottobre 2015
    Identificazioni possibili da risonanza magnetica

    Identificare una persona guardando il suo cervello, che ha un’’impronta’ unica, simile a quella lasciata dai polpastrelli. E’ possibile secondo un gruppo americano della Yale University, che ha pubblicato uno studio su ‘Nature Neuroscience’. «Per il riconoscimento basta una risonanza magnetica. La cosa sorprendente è che i profili sono così stabili e affidabili nella stessa persona che funzionano indipendentemente dall’attività del cervello in quel momento e da quando avviene la scansione», afferma Emily Finn, coautore dello studio con Xilin Shen. Questa ‘impronta cerebrale’, è basata sulle attività del cervello e non sulla struttura fisica. Finn e colleghi hanno infatti disegnato una mappa di ciascun organo basandosi su quali regioni, in ogni volontario, entrano in azione nello stesso momento. Gli scienziati hanno usato i dati della risonanza magnetica funzionale (fMri), di solito trascurati quando si comparano i cervelli perché relativamente imprecisi. «Eravamo interessati a rovesciare le analisi tradizionali della fMri – spiega Finn – Non volevamo capire cosa hanno in comune i cervelli quando fanno le medesime cose, ma invece se lo stesso organo fosse riconoscibile indipendentemente dalle attività che compie». I ricercatori hanno analizzato le scansioni di 126 persone di ‘Connettoma umano’, un maxi-progetto americano di raccolta dati sulle reti cerebrali. I volontari sono stati sottoposti a fMri più volte in giorni diversi, a riposo o impegnati in alcuni test. Gli scienziati hanno osservato che cosa succedeva in 268 punti chiave del cervello, producendo un profilo del flusso dell’attività in ciascuno. Questo era abbastanza affidabile da permettere ai ricercatori di capire di chi si trattasse con un’accuratezza superiore al 90%.