La campagna antinfluenzale quest’anno ha un alleato in più. E’ il primo vaccino quadrivalente, disponibile entro fine mese sul mercato italiano, che combatterà i 4 ceppi di virus più diffusi: 2 di tipo A e 2 B, uno in più rispetto ai classici prodotti trivalenti. Il nuovo vaccino, targato Glaxo SmithKline, è stato presentato a Milano e si ispira a un’indicazione fornita dall’Organizzazione mondiale della sanità già nel 2012, quando l’agenzia ginevrina ha sottolineato la necessità di un prodotto quadrivalente che possa ampliare la protezione della popolazione. Se è vero infatti che durante l’epidemia i virus di tipo A la fanno da padrone, i B ‘recuperano’ nella coda della stagione epidemica, con una diffusione che può variare dal 20 al 40%. Dagli anni ‘90 – spiegano inoltre gli esperti – è aumentata la co-circolazione dei 2 ceppi di virus B, e il rischio del vaccino trivalente è che non garantisca la protezione per il tipo B più diffuso, perché non è stato previsto come dominante alla fine della stagione precedente. E’ infatti a febbraio che ogni anno si ipotizza il ‘bollettino virale’ dell’influenza che verrà, in base al quale decidere la composizione del vaccino. «Il vaccino quadrivalente, in linea con le raccomandazioni dell’Oms – sottolinea Fabrizio Pregliasco, virologo della Facoltà di Medicina dell’università degli Studi di Milano – rispetto al vaccino trivalente consente una prevenzione completa contro l’influenza B, poiché protegge contro entrambi i ‘lineage’ di virus B. In questo modo risolve eventuali problemi legati alla co-circolazione dei 2 ceppi B (mismatch parziale) o alla non concordanza del ceppo B presente nel vaccino rispetto a quello circolante (mismatch totale)». «In Italia – ricorda Pregliasco – si stima che circa 8 mila persone muoiano ogni anno per cause correlate con l’influenza. Fino al 90% di questi decessi si presenta in pazienti di età superiore ai 65 anni e in quelli con patologie croniche sottostanti», precisa il virologo. «Negli ultimi anni la medicina generale è stata impegnata soprattutto nella gestione della cronicità – aggiunge Fiorenzo Conti, presidente della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) Lombardia – ma non dobbiamo mettere in secondo piano l’area della prevenzione e della vaccinazione. Nel periodo influenzale passano da noi 50-60 persone al giorno. I nostri studi devono diventare i luoghi per una comunicazione efficace anche sui vaccini. Dobbiamo essere i primi a crederci», raccomanda il ‘camice bianco’.
Speciale medicina
24 Ottobre 2015
Influenza, il vaccino si fa in 4