Un ‘puff’ al giorno per respirare 2 volte meglio. E’ disponibile in Italia un nuovo farmaco per aiutare i pazienti con Bpco, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, una malattia che colpisce fino al 10% della popolazione over 40. Il medicinale, targato Gsk e presentato a Milano, è una terapia che abbina 2 principi attivi: uno agisce sulle alte vie aeree e l’altro su quelle basse. Un prodotto intelligente ‘2 in 1’ che promette di far arrivare più aria ai polmoni. Tra i malati di Bpco pochi sanno di soffrirne, perché uno dei problemi è il ritardo nella diagnosi. «La patologia si presenta con una tosse che a volte può essere una vera e propria dispnea», sintomo principale per oltre il 72% dei pazienti, «che può essere associata alla produzione di catarro – spiega Gabriella Levato, medico di famiglia della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) Lombardia – Il paziente talvolta la trascura e si rivolge al medico di fiducia quando la situazione è insopportabile e ha già perso, in media, il 50% della propria capacità polmonare». Il grado di sofferenza varia da caso a caso, per questo è importante individuare il trattamento più corretto. «Il nuovo medicinale – sottolinea Francesco Blasi, professore ordinario di Malattie respiratorie all’università degli Studi di Milano – nasce dall’unione di 2 principi attivi, l’antimuscarinico umeclidinio e il beta-agonista vilanterolo. Insieme permettono l’ottimizzazione della broncodilatazione, che è il punto fondamentale della gestione di questi pazienti».
«Rispetto ad altre terapie – aggiunge Annarosa Racca, presidente di Federfarma – basta una sola assunzione al giorno tramite l’inalatore per garantire l’efficacia della cura». Un vantaggio non da poco, considerando che uno dei problemi più grossi della terapia anti-Bpco è la regolarità d’uso. Secondo gli ultimi rilevamenti, infatti, i trattamenti vengono assunti regolarmente soltanto da una persona su 2 e per non più di 3 mesi all’anno. La situazione peggiora negli ultra 65enni: 6 su 10 non assumono correttamente le terapie, e addirittura in questa popolazione il trattamento viene seguito mediamente solo per 60 giorni l’anno. «Questo è il secondo farmaco che lanciamo dall’inizio dell’anno – afferma Andrea Rizzi, direttore medico dell’Area respiratoria di Gsk Italia – e a breve ne uscirà anche un terzo, per ampliare il portfolio e raggiungere i bisogni del paziente, perché diverse tipologie di Bpco hanno bisogno di medicinali differenti.
Speciale medicina
7 Novembre 2015
Polmoni, ecco il doppio broncodilatatore