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    Speciale medicina
    28 Novembre 2015
    Oms Europa, nel 2015 700mila tra profughi e migranti

    Sono stati oltre 700.000 i rifugiati e migranti entrati nella regione europea nel 2015, in aggiunta ai 2 milioni di rifugiati in Turchia. Fino al 5% di queste persone ha bisogno di assistenza medica, a fronte di problemi di salute come lesioni accidentali, ipotermia, ustioni, episodi cardiovascolari, gravidanze e complicanze legate al parto, al diabete e all’ipertensione. Per parlarne si è tenuta a Roma la Conferenza ad alto livello sulla salute dei rifugiati e dei migranti, ospitata dal Governo italiano. I partecipanti, tra cui ministri della Salute e alti rappresentanti provenienti dai 53 Paesi dell’Oms Europa e da altre regioni dell’Organizzazione mondiale della sanità, discutono le azioni che gli Stati membri e gli enti internazionali devono intraprendere per migliorare l’assistenza e la copertura sanitaria per queste persone. «I sistemi sanitari della regione europea, compresi quelli dei Paesi che ricevono rifugiati e migranti – afferma Zsuzsanna Jakab, direttore Oms Europa – sono ben attrezzati per diagnosticare e curare le comuni malattie, infettive e non. Ma noi, come regione Oms, dobbiamo cercare di garantire che tutti i Paesi siano adeguatamente preparati e organizzati a sostenere l’afflusso massiccio di rifugiati e migranti, e allo stesso tempo proteggere la salute dei residenti. Una buona risposta alle sfide poste dai movimenti di popolazioni richiede che i sistemi sanitari siano pronti con dati epidemiologici affidabili sui flussi migratori, un’attenta pianificazione e formazione, e soprattutto l’aderenza ai principi di equità, solidarietà e diritti umani». Al vertice capitolino, il tema delle vaccinazioni è al centro del dibattito. Le raccomandazioni specificano che i richiedenti asilo e i migranti devono essere vaccinati senza inutili ritardi, secondo i programmi di vaccinazione nazionali di qualsiasi Paese in cui intendano risiedere per oltre una settimana. Alla luce dei recenti focolai di morbillo nella regione, i Paesi dovrebbero dare la priorità alla vaccinazione contro questa malattia e contro parotite, rosolia e poliomielite, evidenzia l’Oms. I governi dovrebbero fornire i documenti attestanti le avvenute vaccinazioni per evitare che vengano ripetute. Molti Paesi hanno già intrapreso campagne del genere, ma ci sono ancora sfide complesse, tra cui l’accesso limitato ai servizi sanitari, a causa dei costi elevati, la mancanza di informazioni e barriere culturali.