CIVITAVECCHIA – La montagna che partorisce il topolino. Tanta attesa per il comunicato dei No Coke sull’accordo Comune-Enel, tanta delusione per i contenuti. Al no coke dei no coke, l’ambientalista per eccellenza, Alessandro Manuedda (che pure ha contribuito in maniera incisiva e determinante alla chiusura della trattativa) non si fa alcun riferimento. Il Movimento No Coke Alto Lazio ci va giù pesante sulle passate amministrazioni, ma i passaggi legati all’attuale maggioranza grillina e al suo operato sono degni di un burocrate: schematiche indicazioni e sfumate contestazioni. «L’accordo stipulato dall’attuale amministrazione non va bene per vari motivi – si legge nella nota degli ambientalisti – non condividiamo la scelta di relazionare questo accordo con quello del 14 aprile 2008 sottoscritto dalla giunta Moscherini, contro la quale abbiamo fatto fuoco e fiamme e che rifiutiamo decisamente. Si sarebbe invece potuto fare riferimento alle richieste della Corte dei Conti di riequilibrio di bilancio per gravi irregolarità commesse dalle precedenti amministrazioni. Inoltre – proseguono i No Coke – sarebbe stato opportuno limitare la transazione a quanto giustamente dovuto dall’Enel per Ini/Imu, omettendo di barattare la mancata realizzazione del parco eolico con soldi e lavori, questi ultimi peraltro subordinati ai progetti da predisporre da parte dell’Enel e a condizioni di sostenibilità, ciò a dire che debbono consentire il recupero integrale dei costi da parte dell’Enel».
Secondo quelli del no al carbone, l’amministrazione Cozzolino dovrebbe aprire una forte vertenza ambientale con l’Enel per permettere a Civitavecchia di uscire da una situazione frutto di anni di cattiva amministrazione e dalla logica della dipendenza da Enel. E propongono la loro ricetta: «Attuare una serie di iniziative tendenti ad ottenere un piano di riduzione e dismissione del carbone con l’immediata utilizzazione di carbone a basso tenore di zolfo, approvare una delibera consiliare che prevede al termine dell’esercizio della centrale di Tvn la dismissione della stessa con obbligo dell’Enel di bonificare l’area, valutare la possibilità di inoltrare la richiesta di riesame dell’Aia sulla base di eventuali nuovi dati sanitari – e ancora – invitare la Regione Lazio a reintegrare i fondi destinati all’attività dell’Osservatorio ambientale regionale, l’unico previsto per legge, affinché questo sia effettivamente e pienamente funzionante, inviare al più presto osservazioni puntuali alla Regione per la modifica del nuovo piano energetico del Lazio che nella stesura attuale trascura completamente la situazione ambientale e sanitaria di Civitavecchia, attivare la procedura per inserire Civitavecchia tra i siti inquinati compresi nel programma nazionale di bonifica, sollecitare ulteriormente l’Autorità portuale affinché trasformi e costruisca banchine elettrificate, organizzare con cadenza periodica incontri con i movimenti ambientalisti e i cittadini e coinvolgerli sulle tematiche ambientali.
E proprio quest’ultimo punto fa riflettere. Ma se l’assessore all’Ambiente è un no coke, come mai il Movimento non è stato coinvolto prima in questo nuovo accordo con l’Enel? Cosa hanno fatto i no coke in questi mesi, quando né Manuedda, né Cozzolino li convocava per consigli o confronti sulle tematiche ambientali? Come mai sparano a zero su tutto e tutti arrivando a contestare l’accordo sottoscritto ma non aprono bocca sull’operato di Manuedda? Che ne pensano del fatto che Manuedda continui a fare parte della giunta Cozzolino? Non si sentono presi in giro? Tra i no coke contano più i tradimenti o i legami affettivi? Tutte domande alle quali lo struzzo con la testa sotto la sabbia non ha modo di rispondere se non con versi ripetitivi e incomprensibili.