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    Speciale medicina
    9 Gennaio 2016
    Smog, nel biennio ‘‘pulito’’ meno decessi

    Il 2013 e il 2014 sono stati anni in cui la media annuale dello sforamento del Pm10 in Lombardia è stata «sensibilmente inferiore agli anni precedenti» e, «diminuito l’inquinamento, sono diminuiti anche i morti». Alberto Bertazzi, direttore del Dipartimento di medicina preventiva del Policlinico di Milano anticipa all’Adnkronos alcuni dettagli di uno studio che sarà pubblicato nei prossimi mesi («è un lavoro ancora in corso, non posso dare numeri precisi») ma che rappresenta, dice, «la prova del nove» del legame tra inquinamento atmosferico e decessi. «E’ una controprova», afferma il docente spiegando che non bisogna «focalizzarsi troppo sui numeri. Se anche – dice – fossero 68mila o 45mila i morti in più causati dallo smog, comunque il problema esiste e non è soltanto una questione di decessi: lo sforamento dei limiti peggiora le condizioni di salute di anziani, bambini e ammalati. Dobbiamo cercare di affrontarlo». L’insistenza di picchi come quello che si sta verificando a Milano «è particolarmente pericolosa, soprattutto per chi è già affetto da malattie cardiovascolari». Il 2015, come anno, è «andato sicuramente molto peggio» dei due 
    precedenti, che sono stati «anni molto ventosi e piovosi» e, di conseguenza, ‘meno inquinati’. Ad ogni modo, le condizioni meteo-climatiche non sono la sola causa scatenante di quanto accade oggi a Milano e nel resto della Lombardia. «Insieme – spiega – bisogna considerare le emissioni e i comportamenti». Nel primo caso, sostiene Bertazzi, «si tratta del traffico, del riscaldamento e ormai molto meno dell’industria. Bisognerebbe intervenire con un parco auto meno obsoleto e con impianti di riscaldamento un po’ più adeguati». Nel caso dei comportamenti, «bisognerebbe andare ancora meno in automobile ed è importante non usare la legna in maniera troppo diffusa, cosa che in Lombardia succede». Gli allarmismi sulla salute, ad ogni modo, «non aiutano» a risolvere i problemi. Secondo il professore, «bisogna rendersi conto della serietà del problema e discutere con intelligenza e partecipazione delle possibili soluzioni e di come metterle in atto». Bloccare i motori Diesel, ad esempio, «non è possibile, né bloccare sempre il traffico se il meteo rimane così». La soluzione, per gli anni a venire, è «giungere a un programma il più possibile condiviso. Se diventa materia elettorale rimarrà materia elettorale e non un problema su cui si lavora insieme».