Quattro donne morte in ospedale poco prima di dare alla luce i figli o subito dopo, e una quinta – a Foggia – deceduta in casa, mentre i medici dell’ospedale hanno potuto solo estrarre la figlia, viva, con un cesareo post-mortem. A fare il punto sulla mortalità materna in Italia è il ministero della Salute, dopo i recenti avvenimenti al S. Anna di Torino, agli Spedali Civili di Brescia, all’ospedale di Bassano del Grappa e a quello di San Bonifacio a Verona. Ebbene, «la mortalità materna stimata dal sistema di sorveglianza coordinato dall’Istituto superiore di sanità nelle 6 regioni partecipanti alla fase pilota, è pari a 10 decessi ogni 100 mila nati vivi, con una forte variabilità regionale compresa tra 5 morti in Toscana e 13 in Campania», spiegano dal ministero, fornendo una fotografia aggiornata della situazione e illustrando le 6 principali cause di morte materna, dirette e indirette. L’Italia ha dunque messo a punto un sistema di sorveglianza attiva, coordinato dall’Istituto superiore di sanità e finanziato dal ministero della Salute che, in una fase pilota, ha coinvolto 6 Regioni (Piemonte, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia) che coprono il 49% dei nati del Paese e, dal 2015, ha incluso anche la Lombardia e la Puglia estendendo la copertura al 73% dei nati. La mortalità materna stimata dal sistema di sorveglianza coordinato dall’Iss, nelle 6 regioni partecipanti alla fase pilota, è dunque pari a 10 decessi ogni 100mila nati vivi. «Le cause di mortalità materna sono spesso prevenibili, anche nei Paesi dotati di sistemi sanitari avanzati. Lo studio italiano ha rilevato che le principali cause di morte materna diretta sono state: emorragie (52%), disturbi ipertensivi (19%), tromboembolismo (10%)». Mentre le principali cause di morti indirette sono rappresentate da: disturbi cardiovascolari (36%), disturbi cerebrovascolari (21%), neoplasie (14%). Questi risultati «sono simili all’analisi globale pubblicata dall’Oms, che ha trovato tra le principali cause di mortalità materna diretta: emorragie gravi (per lo più durante e dopo il parto) nel 27% dei casi, la pressione alta indotta dalla gravidanza per il 14%, e le infezioni per l’11%. Il suicidio è risultato responsabile del 12% del totale delle morti materne nella sorveglianza italiana e per questo motivo l’Iss ha promosso un progetto di ricerca-intervento sulla maternità e paternità fragile e sulla prevenzione del disagio perinatale», prosegue il ministero. In Italia sono state rilevate differenze di mortalità materna tra le Regioni, tra immigrate e donne italiane, e in base al livello di istruzione.
Speciale medicina
15 Gennaio 2016
Morti di parto in Italia, sei le cause principali