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    Speciale medicina
    23 Gennaio 2016
    L'antibiotico funzionerà? Un test può dirlo prima di assumerlo

    ROMA – Sempre più spesso, i farmaci antibiotici non funzionano. Colpa di batteri che sono ormai divenuti resistenti nei confronti dei medicinali disponibili. Un gruppo di biologi della UC San Diego(Usa) ha però sviluppato un nuovo metodo per determinare in poche ore se le cure antimicrobiche avranno effetto o meno. Una scoperta che potrebbe rallentare il preoccupante fenomeno della resistenza ai farmaci e permettere ai medici di identificare più rapidamente il trattamento appropriato e personalizzati per pazienti con infezioni batteriche anche mortali.

    In uno studio pubblicato online questa settimana sulla rivista ‘EBioMedicine’, gli scienziati segnalano in particolare un test di suscettibilità per lo Staphylococcus aureus, fra i principali batteri killer, che causa circa il 60% delle infezioni nosocomiali e che si è diffuso ormai nelle comunità, causando polmonite e una varietà di infezioni della pelle e dei tessuti sia in individui sani che immunocompromessi.

    “Per prima cosa – dice Kit Pogliano, professore di Biologia alla UC San Diego, che ha guidato il team di ricerca – abbiamo sviluppato un metodo al microscopio che esegue una ‘autopsia’ sulle cellule batteriche e ci permette di determinare come è morta ogni cellula. Abbiamo dimostrato che questo metodo è in grado di identificare il lavoro fatto dai nuovi antibiotici, aiutandoci a capire come funzionano”.

    Poi “abbiamo provato a verificare se questo metodo potesse essere applicato come test di sensibilità agli antibiotici. Sorprendentemente, abbiamo scoperto che è in grado di distinguere con precisione ceppi sensibili o meno ai medicinali. E siamo eccitati dalla precisione e dalla velocità di questo esame, nonché dalla sua capacità imprevista di identificare diversi tipi di infezioni da Mrsa”, conclude l’esperto, assicurando che il test potrà essere anche applicato per altri batteri. (Adnkronos)