Roma – Il governo vari con urgenza una norma che definisca tempi e modi per le richieste dei crediti di lavoro, fissando i termini per la loro prescrizione e decadenza. A chiederlo è la Confimprenditori, alla luce del nuovo orientamento giurisprudenziale, successivo all’approvazione del Jobs Act e alla modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
«Prima di queste modifiche apportate dal legislatore -spiega il presidente della confederazione, Stefano Ruvolo – nelle imprese con più di 15 dipendenti i crediti di lavoro venivano considerati prescritti entro il quinquennio, mentre ora, essendo venuto a cadere il requisito della tutela reale, il termine dei cinque anni viene considerato decorrente a partire dalla fine del rapporto di lavoro e non più dalla maturazione dei singoli crediti».
«Praticamente un gioco al massacro -avverte- che porterà all’innescarsi di numerosi contenzioni che le aziende dovranno affrontare, sostenendo enormi costi e aggiungendo altri problemi a quelli che già quotidianamente affliggono chi vuole fare impresa in questo Paese”.
Secondo la Confimprenditori, l’attuale situazione ha prodotto un clima di incertezza che penalizza le imprese e che graverà sulle aziende molto più di un licenziamento illegittimo.
“Noi diciamo no – sottolinea – a questa ennesima tegola sulla testa di tanti imprenditori che la nostra associazione è impegnata a sostenere e a garantire».
«Per questo motivo – avverte – faremo sentire la nostra protesta presso Governo e Parlamento. Come rappresentanti delle pmi, e quindi attori del tessuto economico nazionale, chiediamo l’emanazione di una norma che, per la prima volta nella legislazione del diritto del lavoro italiano, dia certezze sulla questione della prescrizione e della decadenza dei crediti di lavoro”.
Speciale medicina
7 Maggio 2016
Confimprenditori, incertezza su prescrizione dei crediti di lavoro