Avete i capelli bianchi e temete che la mente possa ‘perdere colpi’? Aprite un profilo facebook, o iniziate a twittare. Solo 1 over 65 su 10 naviga in Rete: sono appena 772 mila gli utenti abituali con i capelli bianchi contro gli 8 milioni e mezzo di adulti tra i 35 e i 54 anni. Ma i cybernonni tengono la mente in allenamento. #SOCIALmente, infatti, è il consiglio che viene da un esperto. Giuseppe Alfredo Iannoccari, neuropsicologo, docente a contratto all’Università Statale di Milano e presidente di Assomensana, non ha dubbi: cimentarsi in nuove imprese e imparare a fare cose che si pensavano impossibili da realizzare è il primo passo per tenere la mente in allenamento. Allora basta parole crociate e tv: meglio un profilo Facebook, occasione per aprirsi al mondo. Assomensana invita tutti alla nona Edizione nazionale della «Settimana di prevenzione dell’invecchiamento mentale», che si svolge in tutta Italia fino al 24 settembre 2016, durante la quale l’Associazione metterà a disposizione degli iscritti più di 350 specialisti psicologi, neurologi e geriatri che offriranno una valutazione gratuita per rilevare le condizioni cognitive di ogni soggetto e daranno utili consigli per ostacolare il decadimento mentale (www.assomensana.it).
«Il primo errore – spiega Iannoccari – è credere che nulla si possa fare per fronteggiare l’invecchiamento cognitivo. Il cervello è un organo plastico: subisce le lusinghe del tempo che passa, ma è in continua evoluzione. A partire dai 28/30 anni, dopo il picco dell’efficienza mentale che si ha verso i 25 anni, si iniziano a perdere neuroni, circa centomila ogni giorno. Questo significa che a 50 anni quasi un quarto del nostro potenziale è rimasto dietro di noi.Ma guardiamo al potenziale che ancora abbiamo e che può essere un patrimonio da investire per ‘vivere di rendita’ con il passare degli anni». – «Ci sono tante regole e moltissime strategie. Questi 6 semplici esercizi creano nuove connessioni a livello dei neuroni – spiega Iannoccari, presidente di Assomensana – riempiono la memoria, tengono in allenamento le capacità cognitive, insegnano al cervello cose nuove che riempiono gli spazi lasciati dai neuroni persi. Le lesioni dell’Alzheimer o la demenza senile non siamo in grado ancora di farle regredire, ma possiamo fare in modo che i sintomi della malattia siano tenuti a bada».
Speciale medicina
24 Settembre 2016
Internet e social contro l’invecchiamento mentale