Sono 2.000 i pacemaker Micra transcatheter pacing system (Micra Tps) – i più piccoli mai realizzati – impiantati fino ad oggi in tutto il mondo, con una percentuale di successo clinico che sfiora il 100%. In Italia i pazienti ritenuti idonei al trattamento sono in tutto 47. Di questi, 27 sono stati selezionati presso il centro di aritmologia ed elettrofisiologia di Maria Cecilia Hospital di Cotignola (Ravenna), ospedale di alta specialità Gvm care & research. Il Micra Tps è stato concepito per un’elettrostimolazione cardiaca permanente, indicato per coloro che soffrono di fibrillazione atriale o risultano affetti da blocchi cardiaci parossistici. Patologie che molto spesso insorgono in individui con grave insufficienza renale, diabete o che sono stati sottoposti all’estrazione del pacemaker convenzionale perché giudicati infetti. «Il primo impianto Micra – precisa Saverio Iacopino, responsabile dell’unità di elettrofisiologia Gvm – è stato eseguito già nell’aprile 2015. Il nostro centro è il primo in Italia e tra i primi a livello europeo. Se nella procedura convenzionale il dispositivo di cardiostimolazione viene alloggiato sotto pelle con i fili (elettrodi) inseriti all’interno del cuore – continua l’esperto – nel caso del Micra Tps non si ricorre a nessun taglio chirurgico: una volta introdotto per via transvenosa femorale il pacemaker è agganciato e fissato al tessuto cardiaco grazie a speciali graffette metalliche. La procedura richiede in genere dai 30 ai 50 minuti». Il Micra Tps, prodotto della tecnologia biomedicale americana, è grande quanto una moneta da 1 euro per un peso di appena 2 grammi. È a tutti gli effetti una cardiocapsula miniaturizzata a lunga durata che, per funzionare, non necessita di alcun catetere o collegamento elettrico inserito nella circolazione corporea.»Tra gli altri vantaggi della metodica non chirurgica è possibile evidenziare la riduzione dei tempi di degenza perché salvo complicazioni i pazienti vengono dimessi nelle 24-48 ore successive l’intervento; un minor rischio di complicanze e una ridotta esposizione al monitoraggio fluoroscopico, oltre all’assenza di cicatrici sul torace e alla percezione del malato di non essere stato quasi ‘operato’», sottolineano gli esperti. Il Micra Tps, inoltre, può essere «controllato» a distanza ed è espiantabile e riposizionabile per mezzo di un apposito sistema di recupero. Il dispositivo viene impiantato anche in altri ospedali di alta specialità Gvm quali Maria Pia Hospital (Torino), Anthea Hospital (Bari), Città di Lecce Hospital, Maria Eleonora Hospital (Palermo).
Speciale medicina
24 Settembre 2016
Maria Cecilia Hospital, record di mini-peacemaker