ROMA – Il futuro dei farmaci ‘non griffati’ è un futuro “in espansione: si tratta di una crociata culturale, perché quelli che ieri chiamavamo farmaci generici oggi sono equivalenti e rappresentano un valore aggiunto per la nostra sanità”. Lo ha affermato il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, componente della commissione Sanità di palazzo Madama, in occasione di una delle tappe dell’iniziativa #FabbricheAperte di AssoGenerici: un vero e proprio viaggio tra le strutture, i processi produttivi e le risorse umane delle aziende che producono farmaci equivalenti per far conoscere ai decisori e al pubblico il valore economico, occupazionale e di innovazione del settore in Italia. In quasi 15 anni, dall’introduzione degli equivalenti in Italia, le aziende farmaceutiche impegnate in questo settore hanno infatti visto crescere progressivamente il loro mercato di riferimento. Dal 2001 a oggi, il comparto ha sviluppato quasi 10mila posti di lavoro (tra addetti diretti e indotto) e rappresenta un mercato annuale di oltre 2,6 miliardi di euro per un totale di quasi 380 milioni di confezioni. Oltre il 50% della produzione avviene in officine italiane, localizzate soprattutto nel Nord Italia. “In questi anni – ha aggiunto il senatore – questi prodotti hanno consentito di mettere più in protezione e al sicuro il Sistema sanitario nazionale, perché si sono ottenuti risparmi, garantendo un accesso al bene farmaco in condizioni di assoluta sicurezza e garanzia”.
“Credo dunque – ha proseguito D’Ambrosio Lettieri – che possiamo guardare in termini di prospettiva con fiducia, da oggi al 2023 scadranno numerosi brevetti con un valore che si stima superiore ai 20 miliardi di euro e indubbiamente c’è bisogno di una mobilitazione complessiva. Non solo da parte del decisore politico, ma di tutta la filiera, perché vi sia un maggiore impegno e una maggiore consapevolezza e convinzione rispetto all’importanza della diffusione” di questi medicinali. Diffusione “che non va assolutamente a danno della ricerca: dobbiamo riuscire a mettere in migliore equilibrio il sistema della genericazione con quello che produce l’innovazione”.