Per la prima volta un team di scienziati americani ha sviluppato un embrione che è parte maiale e parte umano. L’esperimento, descritto oggi su ‘Cell’, è destinato a far discutere e ha portato alla realizzazione di un embrione ibrido, una chimera. La ricerca ha comportato l’iniezione di cellule staminali umane nell’embrione di un maiale, poi impiantato nell’utero di una scrofa per permettendogli di crescere. Dopo quattro settimane, le cellule staminali si erano sviluppate nei precursori di vari tipi di tessuti, inclusi cuore, fegato e neuroni, e una piccola parte del maiale in sviluppo era composta da cellule umane. La chimera – in memoria della mitica creatura con la testa di leone, il corpo di capra e la coda di serpente – era «altamente inefficiente», avvertono i ricercatori. Ma si tratta del maggior successo nello studio di chimere uomo-animale ottenuto fino ad ora, e di «un passo significativo verso lo sviluppo di embrioni animali con organi umani funzionanti», sottolinea il ‘Washington Post’. In uno studio pubblicato qualche giorno fa su ‘Nature’, un team internazionale di ricercatori aveva dimostrato che gli organi destinati ai trapianti possono essere coltivati in embrioni chimera parte topo e parte ratto. Gli scienziati sono stati in grado di far crescere un pancreas di topo in un embrione di ratto, trasferendolo poi in topi diabetici e alleviandone la malattia senza innescare una risposta immunitaria. Ma quando poi si passa all’uomo scattano dilemmi etici importanti. Dal 2015 i National Institutes of Health hanno stabilito una moratoria sul finanziamento della maggior parte degli studi su chimere uomo-animale. La ricerca su Cell è stata realizzata in California, al Salk Institute, senza finanziamenti federali. E punta a trovare un modo per coltivare organi umani da usare per i trapianti e salvare così le vite di chi muore in attesa di un intervento. Gli organi sviluppati su una piastra di Petri non sono identici a quelli cresciuti in esseri viventi, dicono i ricercatori. «Ecco il razionale di questo tipo di esperimento – spiega Juan Carlos Izpisua Belmonte, un biologo dello sviluppo del Salk Institute, primo autore dello studio sulla chimera uomo-maiale – E se lasciamo che la natura faccia il lavoro per noi? Che cosa succede se mettiamo cellule umane all’interno dell’embrione e l’embrione sa cosa farci?».
Speciale medicina
4 Febbraio 2017
Creato il primo embrione uomo-maiale