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    Speciale medicina
    28 Marzo 2017
    Boom delle 'pillole dell'amore': dilaga il 'fai da te'

    ROMA – Sono circa 180 milioni le ‘pillole dell’amore’ vendute nell’ultimo anno in Europa, ma dilaga il ‘fai da te‘: 6 uomini su 10 utilizzano i farmaci anti-impotenza senza aver avuto una diagnosi né, in molti casi, una prescrizione da parte del medico. Sono oltre 100 milioni le pillole acquistate senza ricetta, circa 3 milioni e mezzo nei sexy shop. I dati emergono da uno studio presentato durante il Congresso dell’European Association of Urology (Eau), condotto su circa 1.000 uomini che utilizzano tali farmaci in 7 Paesi europei, Italia compresa.

    Ebbene, secondo l”Erectile Dysfunction European Users Survey’ (Edeus), coordinato dal professor Emmanuele Jannini, dell’Università di Roma Tor Vergata, soltanto 4 uomini su 10 possono essere ricondotti alla categoria dei ‘pazienti’. Gli altri sono ‘performer’, che usano le pillole per migliorare le prestazioni sotto le lenzuola oppure percepiscono la presenza di qualche piccola o grande difficoltà, ma non ne vogliono parlare al medico. Un ‘fai da te’ rischioso, mettono in guardia gli esperti.

    La ricerca scatta per la prima volta una fotografia del contesto di utilizzo dei farmaci contro la disfunzione erettile in Europa, rivelando che il 60% sceglie le pillole da sé e dichiara di non aver ricevuto una diagnosi, utilizzando questi farmaci spesso ai dosaggi più bassi, ma senza mai consultarsi col medico. “Il fai da te si associa a un’età mediamente più bassa, ma soltanto l’11% dei cosiddetti ‘performer’ è realmente privo di disturbi erettili”, spiega Emmanuele Jannini, presidente dell’Accademia nazionale della salute della coppia e coordinatore dello studio internazionale.

    Un problema in camera da letto, dunque, c’è, anche se non se ne parla col medico. Fra quanti fanno un uso ‘ricreativo’ delle pillole dell’amore ” il 38%, a un’analisi più approfondita, presenta segni lievi o moderati di disfunzione erettile e il 12% addirittura un problema di grado severo – afferma Jannini – Questi soggetti provano a curarsi da soli per l’imbarazzo di discutere le loro difficoltà con un medico, ma i dati mostrano che la soddisfazione e i risultati ottenuti con il trattamento fai da te sono inferiori alle attese, rispetto a chi viene seguito da un esperto che possa individuare il principio attivo più adatto al singolo caso e stilare un piano terapeutico adeguato”.

    Minore soddisfazione, ma anche maggiori rischi: le conseguenze del fai da te possono essere anche gravi, evidenzia lo specialista, “perché in queste pillole non acquistate in farmacia possono essere presenti impurità, elementi tossici o, nella migliore delle ipotesi, dosaggi sbagliati che incrementano il pericolo di eventi avversi”. La ricerca mostra che l’utilizzo in assenza di una prescrizione è più frequente per i farmaci di prima generazione come sildenafil, tadalafil e vardenafil: i prodotti di seconda generazione come ad esempio avanafil, sono molto più raramente correlati a un impiego ‘ricreativo’. Chi utilizza avanafil, risulta più spesso aver ricevuto una diagnosi ed è più seguito dai medici specialisti o di base.

    Del resto, “il medico, essenziale per porre la diagnosi, è anche in grado di decidere la terapia più adatta. I nostri dati indicano chiaramente la necessità di un impiego più consapevole e responsabile dei farmaci per la salute della coppia e richiamano all’importanza di evitare il fai da te, per la propria sicurezza e per ottenere un pieno effetto positivo dalla cura. I risultati ci consegnano quindi tre obiettivi: aiutare chi non ha bisogno di medicine a non sentirne il bisogno, convincere che il ‘fai da te’ significa ‘fai male a te’ e far sfilare la testa degli ‘struzzi’ – che non scelgono il fai da te, ma nemmeno parlano al proprio medico delle difficoltà sotto le lenzuola – dalla buca, indicando la via maestra del medico della coppia”, conclude Jannini. (Adnkronos)