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    Speciale medicina
    1 Aprile 2017
    Ami, l’androide alleata della scienza

    Ami, androide amica, sa ammalarsi per poi guarire. Vivere patologie sperimentandole sui propri ‘transistor’, per regalare dati preziosi agli scienziati che l’hanno creata e una chance a pazienti oggi senza speranza. Con i suoi poteri speciali nasce dalla fantasia di Andrea Martelli, regista pugliese vincitore della prima edizione del premio ‘Janssen Hi Future!’, e da oggi prende vita online sui canali di Janssen Italia, braccio tricolore dell’azienda farmaceutica del gruppo Usa Johnson & Johnson. La web-serie, in 4 puntate, si intitola ‘A.M.I. – Android for Medical Innovation’. Innovazione nelle scienze della vita, al servizio dei malati.  Il progetto ‘Hi Future!’, promosso da Janssen Italia in collaborazione con il Roma Web Fest, è partito nel maggio 2016 coinvolgendo film-maker, universitari e startupper in un contest che aveva come obiettivo quello di realizzare la prima serie sull’innovazione in salute e medicina, descritta con linguaggi il più possibile vicini alle nuove generazioni. Per accorciare le distanza tra la ricerca e le persone, fra il laboratorio e la vita vera. Martelli, barese, 30 anni appena compiuti, è stato premiato a ottobre durante la quarta edizione del Roma Web Fest, festival italiano dedicato alle web-serie e ai fashion film, vetrina per giovani talenti che cercano su Internet il modo per esprimersi e spiccare il volo. I 4 episodi di Android for Medical Innovation – ‘Genesis’, ‘Invicta’, ‘Vertigo’ e ‘Ami’ – ripercorrono la storia di Ami da quando viene ideata a quando prende forma e intraprende la sua missione. Protagonisti i ‘genitori’, i 2 giovani ricercatori Elena Grandori e Gerardo Bianchi, interpretati da Fabrizio Stefan e Valentina Gadaleta, che hanno il sogno di donare agli uomini un’esistenza sana e felice. E’ così che ‘partoriscono’ Ami, nella serie Serena Cagnetta, un’androide progettata per studiare le malattie del genere umano. Può ammalarsi e guarire ‘a comando’, semplicemente introducendo o rimuovendo dei software infetti. Ma come l’uomo è dotata di libero arbitrio, è può decidere in autonomia i tempi e i modi per contribuire a creare un futuro libero da malattie.