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    Speciale medicina
    15 Aprile 2017
    Svelata l’origine dell’Alzheimer, nuova via per trovare le cure

    Uno studio tutto italiano fa luce sui meccanismi all’origine della malattia che divora i ricordi. E apre una nuova via alla ricerca di una cura per l’Alzheimer. Non è nell’ippocampo, la struttura del sistema nervoso centrale primariamente coinvolta nelle funzioni della memoria, che va infatti cercato il responsabile del morbo di Alzheimer: all’origine della malattia c’è invece la morte dell’area del cervello che produce la dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto anche in motivazione e buonumore. E’ la sorprendente scoperta dell’équipe di ricercatori coordinati da Marcello D’Amelio, 42 anni, associato di Fisiologia umana e Neurofisiologia presso l’Università Campus Bio-Medico di Roma. «Questo lavoro getta nuova luce sui meccanismi all’origine della malattia, spiega perché le sperimentazioni di terapie mirate alle placche beta-amiloidi hanno fallito e offre una nuova direzione alla ricerca per trattare l’Alzheimer», spiega D’Amelio all’AdnKronos Salute. Lo studio, appena pubblicato su ‘Nature Communications’ e al quale hanno collaborato altri scienziati dei laboratori dell’Università Campus Bio-Medico, della Fondazione Irccs Santa Lucia e del Cnr di Roma, è mirato a una patologia che solo in Italia colpisce circa mezzo milione di persone oltre i 60 anni. «Abbiamo effettuato un’accurata analisi morfologica del cervello – riferisce D’Amelio – e abbiamo scoperto che quando vengono a mancare i neuroni dell’area tegmentale ventrale, che producono la dopamina, il mancato apporto di questo neurotrasmettitore provoca il conseguente malfunzionamento dell’ippocampo, anche se tutte le cellule di quest’ultimo restano intatte». Insomma, niente dopamina è uguale a niente memoria. Negli ultimi 20 anni i ricercatori si sono focalizzati sull’area da cui dipendono i meccanismi del ricordo, ritenendo che fosse la progressiva degenerazione delle cellule dell’ippocampo a causare l’Alzheimer. Le analisi sperimentali, tuttavia, non hanno mai fatto registrare al suo interno significativi processi di morte cellulare. Nessuno aveva finora pensato che potessero essere coinvolte altre aree del cervello nell’insorgenza della patologia. I ricercatori si sono resi conto che la morte delle cellule cerebrali deputate alla produzione di dopamina provoca il mancato arrivo di questa sostanza nell’ippocampo, causandone il ‘tilt’ che genera la perdita di memoria.