«Si tratta di una legge straordinaria che mette l’interesse del paziente al centro del sistema. Si eviterà il Far West nei tribunali e il contenzioso medico-paziente diminuirà». Così Luigi Frati, direttore scientifico dell’Irccs Neuromed, al convegno nazionale sulla responsabilità dei professionisti della sanità, promosso dall’Istituto di Pozzili (Is), alla luce della nuova legge Gelli-Bianco. Secondo il testo, approvato definitivamente dal Parlamento lo scorso 28 febbraio, il medico che provoca un danno a un paziente per imperizia non sarà penalmente punibile per colpa se ha rispettato le linee guida e le buone pratiche assistenziali. Se da una parte si alleggerisce la pressione esercitata dal timore di conseguenze penali per i camici bianchi, riducendo di conseguenza la medicina difensiva, dall’altra si cercano di accelerare e rendere più sicuri i risarcimenti nei confronti dei pazienti vittime di malasanità ed errori vari in corsia e negli ambulatori. «Questa legge – spiega Frati – porterà un risparmio di spesa nel servizio sanitario. Per la prima volta viene detto che il medico si deve uniformare nel trattare i pazienti al meglio che offre la ricerca biomedica mondiale. Infatti, è la ricerca biomedica quella che guida la diagnostica e la terapia che deve essere messa a disposizione del paziente. Non a caso – aggiunge – questo incontro si tiene qui al Neuromed, un istituto di cura a carattere scientifico e luogo dove, appunto, si contribuisce alle messa a punto di linee guida». I contenziosi in sanità hanno un costo elevato, stimabile in quasi 2 miliardi di euro l’anno. Secondo l’Eurobarometro, agenzia dell’Unione Europea, su un campione di 5.000 pazienti, il 68% ritiene che gli errori medici e di errata prescrizione dei farmaci siano tra i problemi più rilevanti di cui sono fortemente preoccupati. Il 23% del campione dichiara di avere avuto personalmente o in famiglia problemi causati da errori medici. I ricorsi sono aumentati di circa il 38% in tutti gli Stati negli ultimi 5 anni. Inoltre, secondo un’indagine dell’Ania (Associazione nazionale imprese assicuratrici), in un anno solare si registrano circa 34.000 denunce da parte di cittadini per danni subiti da medici privati e nelle strutture sanitarie. Considerato che un risarcimento si aggira tra i 25.000 e i 40.000 euro, il costo economico della ‘malpractice’ potrebbe superare i 2 miliardi di euro l’anno.
Speciale medicina
29 Aprile 2017
Frati: "Con la legge Gelli addio al far west nei tribunali"