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    Speciale medicina
    20 Maggio 2017
    Emicrania cronica, una tossina spegne il dolore

    In Italia 5 milioni di persone soffrono di emicrania. Le donne sono le più colpite: il 18% rispetto al 9% degli uomini. L’impatto sulla qualità della vita è rilevante: secondo uno studio multinazionale condotto su giovani donne emicraniche, il 71% non riesce a svolgere attività lavorativa o scolastica. Con costi diretti per il Sistema sanitario nazionale di più di 2,5 milioni di euro, e indiretti di circa 20 miliardi l’anno. Ma ancora più invalidante è l’emicrania cronica, caratterizzata da un dolore che si protrae per più di 15 giorni al mese, che colpisce 800 mila italiani, circa l’1-2% della popolazione. Ma l’impiego della tossina botulinica di tipo A, unico farmaco oggi approvato per l’indicazione dell’emicranica cronica, riesce a ridurre il periodo di disturbo per oltre la metà. È quanto emerso nell’incontro ‘Gestione dell’emicrania cronica: trattare prima per ridurre il peso della malattia’, organizzato da Allergan alla Casa del Cinema a Roma. «La tossina botulinica di tipo A (Onabotulinumtoxin A) è stata approvata qualche anno fa ed è disponibile in commercio con le indicazioni per l’emicrania cronica – spiega Cristina Tassorelli, professore associato di Neurologia dell’Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Scienze neurologiche del comportamento – E’ un farmaco che ha diversi vantaggi perché non si prende per bocca ma viene somministrato con delle piccole punturine a livello della fronte, muscoli delle tempie, muscoli posteriori e del collo e il trattamento va fatto ogni 12 settimane. Inoltre, al di là dell’efficacia dimostrata in studi clinici controllati, è molto ben tollerato». «Gli effetti collaterali sono minimi, transitori e relativi alla puntura, non ci sono effetti collaterali sistemici – prosegue Tassorelli – Il farmaco non da incontinenza né bruciore allo stomaco e il beneficio inizia già dopo la prima settimana comunque nel primo mese e dura per qualche mese. Dopo 12 settimane bisogna ripetere il trattamento per mantenere il beneficio. L’esperienza clinica ha dimostrato che la somministrazione ripetuta potenzia l’effetto: i pazienti passano da 28 giorni di mal di testa al mese a 20 con il primo trattamento, poi a 15-10. Si tratta di più di metà vita regalata».