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    Speciale medicina
    19 Giugno 2017
    Scienza in Rosa, premi l’Oreal-Unesco a sei giovani

    Scienziate di oggi e di domani sulle orme di Marie Curie, la pioniera delle donne in camice che con i suoi studi da Nobel ha dimostrato come il ‘pink power’ possa fare la differenza in ricerca. Dopo di lei sono seguite generazioni di scienziate, pronte a legare le loro vite al banco di laboratorio. Lo hanno fatto anche 6 giovani premiate all’università Statale di Milano con le borse di studio L’Oréal-Unesco For Women in Science. Elena Calciolari, Domenica Farci, Chiara Morosinotto, Chiara Nardon, Francesca Sacco e Alice Trivellini hanno dai 27 ai 35 anni e ricevono 20 mila euro per continuare a coltivare i loro sogni scientifici in atenei sparsi da Nord a Sud del Belpaese. Borse di studio che hanno permesso a 4 di loro di rientrare in Italia – Calciolari da Londra, Farci e Sacco dalla Germania, Morosinotto dalla Finlandia – avviando un progetto autonomo in terra tricolore. Con le borsiste 2017, il numero totale delle premiate nei 15 anni del programma ‘L’Oréal Italia per le donne e la scienza’ arriva a quota 76. I progetti di ricerca delle 6 under 35 protagoniste della cerimonia di oggi si sono distinti fra quelli di circa 450 candidate. A decretarlo è stata la giuria presieduta quest’anno dalla fisica calabrese Lucia Votano, prima donna a ricoprire il ruolo di direttore del Laboratorio nazionale del Gran Sasso dell’Infn (Istituto nazionale di fisica nucleare). Alla scienziata il compito di sedere sulla poltrona che per anni è stata dell’oncologo Umberto Veronesi, morto l’8 novembre 2016. «Figura emblematica» del programma L’Oréal-Unesco che il presidente e Ad di L’Oréal Italia, Francois-Xavier Fenart, ha voluto ricordare, insieme a un altro membro della giuria, l’etologo Danilo Mainardi, morto l’8 marzo di quest’anno.  «Questa cerimonia è dedicata a loro – dice il manager – stelle che continueranno a guidarci lungo il nostro cammino perché la corsa verso la parità uomo-donna nella scienza, la nostra conquista dello spazio, non è ancora terminata». Le donne costituiscono il 53% dei laureati a livello globale, ma il loro numero diminuisce drasticamente nei dottorati di ricerca (43%) e man mano che si sale nel sistema la situazione peggiora: sono soltanto il 28% dei ricercatori e pochissime nei ranghi più alti della scienza, nelle stanze del potere decisionale, specialmente tra i rettori delle università, i direttori degli istituti di ricerca o nei consigli di amministrazione.